Un 2014 che ha deluso tutti coloro che speravano di veder finalmente risolte le loro pendenze pensionistiche, o tutti coloro che si attendevano modifiche sostanziali alla legge Fornero. Solo due sono state le modifiche attuate con la legge di stabilità 2015: tetto alle Pensioni d'oro e abolizione delle penalizzazioni per tutti coloro che vanno in pensione prima dei 62 anni di età fino al 2017. Per il resto, tutto è stato rinviato a questo 2015. Almeno nelle promesse.
Promesse che hanno caratterizzato questi anni, dal momento dell'entrata in vigore della legge sulle pensioni a firma della Ministra di allora, professoressa Elsa Fornero.
Promesse in particolare rivolte ai quota 96 della scuola, a quegli operatori scolastici (circa 4000, secondo un'indagine effettuata dal Miur nell'autunno 2013) che per un errore commesso al momento della stesura della legge non potettero andare in pensione, sebbene avessero raggiunto durante l'anno scolastico 2011/2012 i requisiti previsti dalle norme vigenti allora.
Quali le possibilità di uscita dal mondo del lavoro?
Questi lavoratori sperano che con la riforma della "buona scuola", si possano trovare forme, modi e soldi per poterli mandare in pensione. Se inizialmente erano circa 4000, ora gli interessati al pensionamento sono di meno perché nel frattempo molti di essi sono andati in pensione per aver raggiunto i requisiti previsti dalla legge Fornero.
Questo dovrebbe essere anche l'anno delle 150 mila assunzioni per il personale scolastico precario. Provvedimento che potrebbe portare anche alla soluzione del caso quota 96.
Dovrebbe essere anche l'anno del provvedimento dell'uscita anticipata, auspicata e più volte riproposta da più parti. L'anno dei prepensionamenti e della staffetta generazionale, tra lavoratori più anziani che vogliono andare in pensione e i giovani in cerca di un'occupazione.
La disoccupazione è come un esercito che avanza inesorabile, mietendo migliaia di vittime al giorno. Le percentuali odierne sono impietose: 13,4% l'indice di disoccupazione, il doppio della percentuale della Germania.
C'è quindi bisogno di scelte, magari coraggiose, ma necessarie. Il 2015 è iniziato e con esso le speranze.