Negli ultimi mesi, l'inflazione più bassa di quanto preventivato avrà effetti negativi sulla rivalutazione degli assegni pensionistici. Infatti, già a partire da questo mese, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) ridurrà gli importi delle pensioni. Vediamo quali sono i calcoli da fare: già a fine 2014 l'inflazione, dell'1,1 percento, è stata più bassa di quanto si prevedeva (1,2 percento), valore in base al quale erano stati calcolati gli assegni pensionistici. Per questo, i pensionati dovranno restituire i soldi che sono stati dati in eccesso.



Facciamo qualche esempio: una pensione di 500 euro lordi ha avuto una decurtazione di 5,40 euro nel mese di dicembre mentre una pensione da 1.500 euro perderà 16,30 euro. Comunque, già a partire dal mese di febbraio 2015, la rivalutazione prevista per l'anno in corso, considerando un'inflazione annua dello 0,3 percento, avrà ripercussioni positive con un aumento sulle Pensioni minime di 1,50 euro che passerà a 3 euro sulle pensioni di importo di 1.500 euro.


Abbiamo dedotto che l'inflazione influisce sugli importi degli assegni pensionistici. Per evitare che la pensione percepita si abbassi considerevolmente, è stato stabilito un meccanismo di rivalutazione automatica che porta ad un aumento degli assegni in funzione del costo della vita. Infatti, l'Istat stabilisce in anticipo qual'è la percentuale da considerare per l'anno successivo. Intanto, la Legge di Stabilità approvata nel mese di dicembre, ha chiarito quali sono le date da considerare per il pagamento degli assegni pensionistici. Le pensioni INPS saranno pagate il primo di ogni mese; quelle INPDAP, come avvenuto sinora, il 16 del mese. Che, invece, usufruisce della pensione di reversibilità o di invalidità civile, il pagamento avverrà il 10 di ogni mese.


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