Mancano ormai poche ore al verdetto della Consulta sulla delicata questione del referendum abrogativo proposto dalla Lega Nord nei confronti del Decreto Salva Italia. La questione mette in evidenza i tanti limiti dell'intervento restrittivo prodotto nell'ormai lontano 2011 sui requisiti di pensionamento attraverso l'azione di riforma dell'ex Ministro Elsa Fornero, che ha reso da un lato sostenibili i conti dell'Inps (e quindi del bilancio pubblico italiano), ma che ha anche provocato numerose situazioni di disagio tra i lavoratori in prossimità di pensionamento.

Basti ricordare le vicissitudini vissute dagli esodati, dai precoci, da chi ha svolto lavori usuranti e si è visto improvvisamente innalzare i requisiti anagrafici di accesso alla quiescenza, oppure ai quota 96 della scuola e più in generale ai tanti disoccupati in età avanzata prodotti dalla crisi. Alcuni di questi casi hanno ottenuto delle salvaguardie ad hoc mentre alti lavoratori sono riusciti ad entrare in pensione grazie al raggiungimento dei nuovi requisiti. Purtroppo restano anche tante situazioni irrisolte, che potrebbero trovare una via d'uscita nel caso in cui la popolazione fosse effettivamente consultata tramite referendum.

Ex Ministro Fornero parla di referendum inammissibile, ma sei italiani su dieci sono favorevoli 

"Faccio fatica a pensare che la Corte Costituzionale possa avvallare una pessima politica" ha affermato l'ex Ministro Elsa Fornero al riguardo del Referendum abrogativo proposto dalla Lega Nord e al possibile via libera che potrebbe arrivare dalla consulta. Il problema riguarda i riverberi finanziari di una simile decisione nel bilancio pubblico, visto che la riforma della previdenza avvenuta nel 2011 ha prodotto tagli già dati per acquisiti all'interno dei bilanci. Pertanto, se la popolazione dovesse avvallare un simile intervento, le conseguenze potrebbero essere enormi: basti considerare che fino al 2020 il decreto Salva Italia permetterà risparmi per 80 miliardi di euro.

D'altra parte, secondo i sondaggi sei italiani su dieci sarebbero favorevoli a ripristinare la situazione ante 2011, qualora interpellati tramite referendum: è la statistica che emerge da un sondaggio richiesto dalla Lega Nord e condotto dall'istituto di ricerca Swg nei mesi passati.

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