Cresce l'attesa per la decisione dei giudici della Consulta che domani (mercoledì 14 gennaio) sono chiamati a decidere sull'ammissibilità del referendum per l'abolizione della riforma pensioni Fornero proposto dalla Lega Nord di Matteo Salvini. Un coro di voci si leva per il no al referendum e il sì alla riforma delle Pensioni del Governo Monti in vista della decisione della Corte Costituzionale che potrebbe portare in ogni caso una svolta nel sistema previdenziale costringendo il Governo Renzi a intervenire prima che arrivi il giorno del voto sul quesito referendario contro la legge che ha creato tanti problemi e che non piace a milioni di italiani.
"Hanno paura e stanno mobilitando le truppe cammellate, hanno paura di far scegliere alla gente" ha detto il capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimiliano Fedriga criticando le prese di posizione di politici, economisti, giuslavoristi, costituzionalisti contro il referendum e a sostegno della riforma pensioni Fornero.
Riforma pensioni 2015, le 5 buone ragioni per dire no al referendum contro la legge Fornero
La prima buona ragione per dire sì alla riforma pensioni del Governo Monti e no al referendum proposto dalla Lega la spiega l'economista Elsa Fornero, l'ex ministro del Lavoro "madre" della riforma previdenziale del 2011. "Fino al 2020 si prevede di risparmiare 80 miliardi", ha spiegato l'ex ministro aggiungendo che "se la legge viene abrogata bisogna dire con che cosa si sostituisce".
Sul referendum dice di essere "serena" e di fare fatica a pensare che la Corte Costituzionale che dovrà decidere domani sull'ammissibilità "possa avallare una pessima politica".
La seconda buona ragione è che "il debito pubblico italiano secondo la Commissione Europea è uno tra i più sostenibili e questo prevalentemente grazie alle riforme delle pensioni introdotte in passato" e in particolare la riforma pensioni Fornero, ha aggiunto il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.
La terza buona ragione per dire sì alla "riforma pensioni del 2011 che sta bene così" e no al referendum per la sua abrogazione la illustra l'economista Giuliano Cazzola. "Credo che la Corte Costituzionale - ha detto l'esperto di previdenza - sarà coerente con la propria giurisprudenza consolidata e rispettosa di quanto disposto dall'articolo 75 della Costituzione che non ammette il referendum - ha spiegato Cazzola ricordando che la riforma pensioni Fornero era contenuta nella manovra economica e finanziaria del Governo Monti - per le leggi tributarie e di bilancio".
Così la pensa anche il commissario straordinario dell'Inps Tiziano Treu.
La quarta buona ragione, ma certamente non in ordine di priorità, per cui la Consulta potrebbe dire no al referendum proposto dalla Lega per l'abrogazione della riforma Fornero è che "c'è già un precedente", ha spiegato il costituzionalista Augusto Barbera interpellato dall'Ansa. "Nel 1994 la Corte Costituzionale giudicò il quesito (sulla riforma pensioni Amato del 1992, nda) inammissibile dicendo apertamente - ha ricordato Barbera in attesa della decisione dei giudici della Consulta - che c'era un nesso con il bilancio dello Stato e referendum su questa materia non si possono fare.
La quinta buona ragione per dire no al referendum per l'abolizione della legge Fornero e sì al suo mantenimento la spiega il giuslavorista Franco Carinci. "Credo che la Corte - ha detto l'esperto - non considererà ammissibile il referendum su una legge che ha segnato una svolta giudicata positiva".