Giungono importanti novità in tema di pensione anticipata 2015 e previdenza: all'interno di un dibattito condito da toni aspri e più che mai polemici emerge con sempre maggiore nitidezza il ruolo dei sindacati, con Annamaria Furlan e Susanna Camusso costantemente 'col fiato sul collo' del ministro Poletti. A non convincere in particolare i due leader sindacali è l'atteggiamento nel quale si sta esibendo il responsabile del welfare, che da una parte annuncia meeting e tavoli di concertazione ma dall'altra stenta a convocarli, un comportamento che CGIL e CISL ritengono senza misure inaccettabile.

Eppure appena 24 ore fa il ministro Poletti si è lasciato andare ad un intervento accorato e condivisibile nel quale ha evidenziato quali saranno le priorità del governo Renzi e sottolineato che presto Italia e Europa si siederanno ad un tavolo per costruire degli 'schemi di riforma condivisi'. L'unica figura che ad oggi sembra connettere istituzioni e istanze sindacali è il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, da sempre sostenitore di una pensione anticipata 2015 fissata a quota 62 anni di età; l'ex ministro appare uno dei pochi soggetti a farsi portavoce di vere proposte di riforma, progetti che andranno certo discussi ma che paiono concreti e soprattutto studiati in ottica interessi dei lavorativi.



Pensione anticipata 2015 a 62 anni, Furlan, Camusso, Poletti e Damiano: quali le priorità? - Si partirà dagli esodati

Come accennato in apertura, parlando di pensione anticipata 2015 e previdenza non si può non porre l'accento sull'aspro dibattito che in questo momento agita Furlan e Camusso da una parte e il ministro Poletti dall'altra: i due leader di CGIL e CISL chiedono in particolare la costruzione di un sistema basato sulle quote e pretendono di essere convocati così come promesso dallo stesso Poletti, il ministro dal canto suo stenta invece ad organizzare meeting o incontri formali ma si dice comunque sicuro di come l'Italia ragionerà presto con l'Europa con l'obiettivo di ottenere ulteriori lascia passare in ottica riforma. L'ex esponente del PCI ha in particolare evidenziato come il nostro paese stia pagando costi sociali e costi di competitività troppi elevati a causa del fatto che 'molta gente che ha dato tutto rimane bloccata al lavoro', uno stato di cose questo che sarà per l'appunto oggetto di nuovi appuntamenti con i vertici UE. Una cosa è certa: la prima vertenza su cui si lavorerà è quella che interessa gli esodati, con quali è tempi è ancora presto per dirlo.



E mentre lo scontro tra governo Renzi e sindacati si alza di intensità appare sempre più chiaro come l'anello di congiunzione nella catena che collega le stesse confederazioni sindacali alle istituzioni sia Cesare Damiano, che con le sue proposte ha spesso mostrato una certa sintonia con le richieste provenienti da chi i lavoratori li rappresenta. Damiano vorrebbe in particolare una pensione anticipata 2015 fissata a 62 anni di età proponendo in alternativa Quota 100 (da prevedere come somma tra età anagrafica e età contributiva) o Quota 41 intesa come anni di contribuzione da dover maturare in assoluto prima di poter abbandonare l'impiego, proposte certo interessanti che però si scontrano con delle pesanti criticità economiche. In un contesto comunque accesso sarà importante anche il ruolo del presidente INPS Tito Boeri, tenutosi sin qui 'alla larga' dalle pieghe degli scontri: Boeri non potrà comunque esimersi dal formulare la propria proposta, fu lo stesso Renzi ad affidargli questa responsabilità. Seguiremo tutti gli sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati cliccate il tasto 'Segui' in alto a destra.