Con un Jobs Act ormai alle spalle torna prepotentemente in auge il dibattito relativo a pensione anticipata 2015 e previdenza. Ad aver acceso la miccia è stato il ministro del lavoro e delle politiche sociale Giuliano Poletti, che nel corso di un'intervista rilasciata a L'Avvenire ha toccato numerosi punti focali ed evidenziato come adesso più che mai il governo Renzi cercherà le 'larghe intese' con l'UE. Per quanto strano possa apparire l'esecutivo dovrà infatti ricevere l'approvazione degli organismi sovranazionali prima di procedere alla manovra di riassetto della previdenza, ne va della nostra 'credibilità' e soprattutto di quella del premier Renzi, che nei meeting di fine gennaio ha speso parole importanti tranquillizzando a più riprese i vertici UE.

La riforma che verrà partirà di certo dalla costruzione di un percorso in deroga alla Legge Fornero, che andrà si aggirata ma non 'abbandonata', in primis per via degli 80 miliardi di euro che garantirà all'Italia da qui al 2021. Certo trattenere a lavoro gente ormai avanti con l'età può rivelarsi evidentemente controproducente per tutta un'altra serie di fattori a partire da quelle implicazioni sociali che governo Renzi, Istituzioni e attori in gioco non hanno mai davvero considerato. Possono gli interessi dei cittadini essere sacrificati sull'altare dei conti economici? Poletti ha provato a rispondere a questa domanda rovesciando il punto di vista prospettico.

Pensione anticipata 2015 e Legge Fornero, UE e finanza pubblica: Poletti ammette l'errore e rilancia la manovra, governo Renzi al giro di boa

Come sottolineato in apertura, parlando di pensione anticipata 2015 e Legge Fornero non si può non tenere conto delle parole pronunciate dal ministro del lavoro Giuliano Poletti, che intervistato da L'Avvenire ha evidenziato gli interventi che il governo Renzi ha già in cantiere lato previdenza: 'La Legge Fornero ha creato tanti problemi e adesso dobbiamo lavorare all'introduzione di elementi di flessibilità in uscita' ha dichiarato il responsabile del Welfare che in passato ha più volte evidenziato come l'istituto della pensione anticipata 2015 sarà il primo ad essere rivisto. Nuove forme di uscita dal lavoro dunque armonizzate però in un contesto che terrà conto anche delle esigenze 'palesate' da UE e finanza pubblica: 'Certo la stabilità dei conti è segno della nostra affidabilità, ma adesso dobbiamo riflettere anche su un altro dato: quanto costa in termini di competitività tenere al lavoro persone che già hanno dato tutto? Dobbiamo partire da qui e ragionare con l'Europa su questo schema'. Interessante il ragionamento messo in piedi dal ministro, che dopo aver ammesso l'errore sulla Legge Fornero ha finalmente ricongiunto due vertenze che sin qui il governo Renzi aveva sempre considerato separatamente: riforma del lavoro e riordino del comparto previdenziale.



Nessun senso avrebbe riformare il mercato del lavoro in entrata senza prevedere adeguate 'vie di fuga' in uscita, principio che pare finalmente considerato dal ministro Poletti, che in chiusura ha parlato di una manovra che garantirà al paese 'equità e giustizia sociale'. Per quanto concerne le nuove forme di pensione anticipata 2015 annunciate dall'esecutivo si continua a ragionare sulla Quota 100 proposta da Cesare Damiano, provvedimento che verrà valutato al pari dell'ipotesi di configurare l'uscita dal lavoro per tutti una volta raggiunti 62 anni di età più 35 di contributi. Le parole di Poletti fanno ben sperare, l'auspicio è che si possa finalmente assistere ad un passo che sarebbe decisivo per il nostro paese. Seguiremo tutti gli sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.