In questi ultimi giorni, in seno al Governo, si sta discutendo su come riformare la legge Fornero, attualmente in vigore. Si parla insistentemente di due ipotesi che potrebbero essere prese in considerazione, come la quota 100 e il prepensionamento per le donne lavoratrici. Si sta studiando, infatti, la possibilità di rendere il nostro sistema previdenziale più flessibile. Qualche ora fa è stato presentato in Parlamento, dal senatore Panizza, un progetto di riforma sulla staffetta generazionale.

Gli obiettivi principali sono quelli di ottenere un'uscita anticipata dei lavoratori e il rilancio dell'occupazione, soprattutto giovanile.

Il premier Matteo Renzi è abbastanza favorevole ad una revisione delle Pensioni integrative, quelle di invalidità e le baby pensioni mentre il presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), Tito Boeri, è favorevole ad un prelievo obbligatorio nei confronti delle pensioni più alte allo scopo di riportare un equilibrio nel nostro sistema previdenziale. Intanto, si continua a parlare di flessibilità da applicare ai lavoratori prossimi alla pensione; la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha più volte esplicitato che è necessario adottare un sistema che possa consentire ai lavoratori di unire i propri diritti alle esigenze personali.

Tornando alle ipotesi sul tavolo del premier Renzi, quota 100 potrebbe essere facilmente applicata.

Questa proposta di pensione anticipata, data dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione, porterebbe i lavoratori a lasciare il lavoro a 60 anni di età con un'anzianità contributiva di 40 anni con un minimo di versamento contributivo, però, di almeno 35 anni. Altra ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione è quella relativa al prepensionamento delle donne lavoratrici.

Dopo l'approvazione dell'INPS che, lo scorso anno, ha dato il libera alla proroga opzione donna con metodo contributivo fino al 31 dicembre 2015, si aspetta, da parte del governo, una decisione in merito alla questione. Intanto, in Parlamento, è stato bocciato un emendamento, presentato da Sel, relativo al prepensionamento delle donne lavoratrici con proroga al 31 dicembre 2016.