Continua a correre il dibattito sulla riforma pensioni: il cantiere della previdenza italiana è incontinuo movimento e anche oggi, 12 febbraio 2015, il dibattito èincentrato sulla pensione anticipata.Quali modifiche bisogna apportare all’istituto introdotto dalla Legge Fornero? Come è noto, a partiredal 1° gennaio di quest’anno, è possibile lasciare il lavoro senza le penalizzazioni previste inprecedenza per chi aveva meno di 62 anni:un toccasana che consente a diversi lavoratori di abbandonare il proprioimpiego senza dover subire una decurtazione che in certi casi arrivava anche al6%.

Non è finita qui, però. Mentre chi va in pensione da oggi gode del beneficio, chi invece ci è già andatoriceve l’assegno diminuito: per questo motivo alcuni deputati del PD, guidatidall’onorevole Maria Luisa Gnecchi,hanno fatto approvare una risoluzione lo scorso dicembre con cui chiedevano al governo Renzi di intervenire sul punto.

Riforma pensioni oggi11 febbraio 2015: pensione anticipata, Gnecchi chiede eliminazione vecchiepenalizzazioni

Non si tratta di una battaglia di poco conto: parliamo dicirca 25 mila persone che hanno abbandonato il proprio impiego con una pensionedecurtata. E potrebbe riguardare tanti altri se si considera che lo stop èprovvisorio: dal 2018, se non ci sono modifiche, tornano le vecchie regole.

Mafino ad allora dovrà passarne di acqua sotto i ponti: in Italia,legislativamente, si naviga a vista.

Sempre restando in tema di pensioneanticipata, poi, ricordiamo la proposta quota 100: l’idea di Cesare Damiano continua ad essere in standbyanche se raccoglie un’apertura dai sindacati che, compatti, chiedono l’uscita a60 anni con 40 di contributi versati.

Riforma pensioni: peri giovani sarà sempre peggio

Il tema della previdenza riguarda soprattutto chi sta per andare in pensione. Si parla poco,però, dei giovani: qualche giorno fa abbiamo parlato dei dati agghiacciantisugli assegni INPS che percepiranno coloro che hanno iniziato a versare ad dopo il1995: c’è da allarmarsi perché in molti casi si percepirà molto meno del 50%dell’ultima retribuzione. Insomma, salvo stravolgimenti, la situazione potrebbesfuggire di mano.

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