E’ appesa un filo la prorogadell’opzione donna, il regime sperimentale che consente il prepensionamento delle signore. Le ultime notizie in tema di riforma pensioni ruotano come sempreintorno al tema della pensioneanticipata: il governo Renzi,come abbiamo scritto nei giorni scorsi, metterà mano al cantiere dellaprevidenza italiana dopo l’attuazione dei decreti del Jobs Act. Le novità di oggi, 11 febbraio 2015, sono quindi un susseguirsi di dichiarazioni e diipotesi. Di concreto c’è l’intenso lavoro del Comitato Opzione Donna, pronto alla Class Action contro l’INPS.

Pensione anticipata eriforma pensioni governo Renzi: ultime notizie oggi 11 febbraio 2015

Il termine “pensioneanticipata è piuttosto abusato in rete, meglio fare chiarezza. L’espressione,dopo la riforma Fornero, indica un istituto specifico della previdenza: siparla di “pensione anticipata” per i lavoratori che lasciano il lavoro con 42anni e 6 mesi di contributi (uno in meno se donne). Al di fuori di questaipotesi, il termine va inteso “a-tecnicamente”. Il paradosso è che con taledicitura si fa riferimento ad una modalitàdi pensionamento sostanzialmente peggiorativa rispetto alla pensione di anzianità che vigevaprecedentemente: laddove prima si lasciava il lavoro con le c.d. quote 96 e 97o con 40 anni di contributi (i quarantisti) oggi bisogna lavorare diversi anniin più.

Ciò produce non pochi problemi, tant’è che la questione è stataribadita recentemente dalla CGIL: il sindacato chiede al governo Renzi diaprire ad una maggiore flessibilità per lasciare i posti di lavoro disponibiliai giovani, attualmente disoccupati.

Riforma pensionigoverno Renzi, Comitato Opzione Donna pronto alla Class Action contro l’INPS

Prosegue senza sosta il lavoro del Comitato, pronto arivendicare il diritto al prepensionamento delle signore a 57 anni e 3 mesi(uno in più per le autonome) con l’opzione contributiva.

Vista l’inerzia dell’esecutivo,non resta che agire giudizialmente per chiedere la rimozione delle duecircolari incriminate. Il timore è che ancora una volta la magistratura debbadecidersi alla politica, troppo spesso pagata per “non decidere”.