La 'Buona Scuola' del governo renziano, indubbiamente, ha avuto come 'fulcro' gli insegnanti, sia per gli aspetti legati al maxi piano di assunzione dei precari, sia per il radicale cambiamento dei criteri di calcolo degli stipendi, legati al concetto, oramai ben conosciuto, della 'premialità'. Quali saranno, dunque, le novità che attendono i docenti sul piano strettamente professionale? Il numero quotidiano de 'IlSole24ore' ha fatto il punto della situazione, a poche ore dal Consiglio dei Ministri del governo Renzi di martedì prossimo, 3 marzo, che dovrà finalmente (salvo ulteriori rinvii) partorire il Decreto-Delega sulla Scuola.
Riforma della scuola e la nuova progressione economica dei docenti
Innanzitutto, gli scatti di anzianità, come sappiamo, verranno sostituiti da una 'combinazione di elementi' costituita dal numero degli anni di servizio, dalla 'meritocrazia' e dalle funzioni aggiuntive.
Fermo restando che la normativa riguardante la nuova progressione economica dei docenti verrà definita con il contratto collettivo per il comparto Scuola che vedrà la luce entro il 31 luglio 2015, dovremmo trovarci di fronte ad una simile 'ripartizione': il 30% riguarderà gli anni di servizio dell'insegnante, mentre la 'fetta più grossa', il 70% sarà legato al merito, sulla base dei crediti formativi, professionali e didattici.
Gli insegnanti avranno una 'pagella': ecco i criteri di valutazione e la nuova formazione
Gli insegnanti, pertanto, avranno una loro 'pagella' che verrà aggiornata ogni tre anni, in base ai criteri che abbiamo elencato sopra: saranno i 'Niv' (ovvero i nuclei interni di valutazione) ad occuparsi di valutare il merito di ciascun docente sulla base di una rilevazione delle attività di insegnamento, con il parere di studenti e famiglie; inoltre, verrà misurato il raggiungimento degli obiettivi riguardanti la formazione e quelli legati al miglioramento della scuola.
La bozza del Decreto-Delega sulla Scuola del governo Renzi, a proposito di formazione, ne dovrebbe prevedere due tipi: una obbligatoria, articolata su un piano triennale e che verrà supportata da uno stanziamento di fondi a regime pari a 40 milioni di euro; una limitata che riguarderà molto più strettamente quei docenti che insegnano nelle classi dove sono presenti alunni con disabilità.