Importante complicazione nella riforma delle pensioni e del mondo del lavoro: chi è stato assunto a partire dallo scorso 7 marzo con il contratto a tutele crescenti del Jobs Act varato dal Governo Renzi, sarà licenziabile prima di raggiungere i limiti di età per la pensione. A questi lavoratori, infatti, non potranno applicarsi le tutele dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e, pertanto, non sarà garantita la permanenza a lavoro fino ai 70 anni e 3 mesi di età, facoltà concessa ai lavoratori dalla Legge Fornero per permettere ai contribuenti di incrementare il proprio assegno pensionistico. E' questo il risultato evidenziato dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro che è stato pubblicato nei giorni scorsi.

Limiti di età per la pensione, con il Jobs Act uomini e donne licenziabili a 66 anni e 3 mesi e 63 anni e 9 mesi

Dunque, la sventolata "flessibilità" previdenziale introdotta dalla riforma Fornero all'articolo 24 del decreto legge numero 201 del 2011, incontrerebbe il suo scoglio principale proprio nel Jobs Act introdotto dall'attuale Governo ed in particolare con la maggiore possibilità di licenziamento del contratto a tutele crescenti.
Infatti, essendo previste due Pensioni, quella anticipata e quella di vecchiaia, il lavoratore che, dopo aver raggiunto i requisiti anagrafici per andare in pensione, decida di continuare a lavorare oltre l'età minima per la pensione, non avrà alcuna garanzia di conservare il proprio posto di lavoro fino ai 70 anni e 3 mesi, limite massimo d'età che dal 1° gennaio 2016 salirà a 70 anni e sette mesi.
Dunque, mentre con l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la flessibilità dall'uscita dal mondo del lavoro era garantita dall'articolo 24 della Legge Fornero ("L'efficacia delle disposizioni dell'articolo 18 e delle successive modifiche operano fino al raggiungimento del lavoratore del limite massimo di flessibilità"), la stessa cosa non può dirsi con l'entrata in vigore del Jobs Act. Infatti, secondo la Fondazione, la tutela dell'articolo 18 viene estesa nell'ambito temporale ("successive modifiche"), ma la stessa cosa non può dirsi nel suo ambito soggettivo (la nuova tutela del Jobs Act).
Pertanto, i lavoratori che raggiungano i limiti minimi per la pensione (attualmente 66 anni e 3 mesi per gli uomini e 63 anni e 9 mesi per le donne) saranno licenziabili per raggiungimento dei limiti pensionistici.