Flessibilità dell'uscita dal mondo del lavoro con facilitazioni delle pensioni e nuove assunzioni e contratti di lavoro grazie alla decontribuzione deliberata dalla Legge di Stabilità 2015: è il confronto generazionale i cui numeri sono stati studiati dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro che prevede, per il 2015, più di 1 milione di contratti a tempo indeterminato. Con due importantissime precisazioni: i contratti a tutele crescenti non sono sinonimi di nuovi posti di lavoro, bensì, nella maggior parte dei casi, di trasformazione di precedenti contratti nella nuova tipologia di contratti a tempo indeterminato.

E, in secondo luogo, occorreranno investimenti pesanti per il Governo per assicurare la decontribuzione delle aziende che stabilizzeranno i contratti. Leggiamo, nel dettaglio, le informazioni della Fondazione.

Riforma lavoro Jobs act con contratti a tutele crescenti: ma crescerà l'occupazione o la disoccupazione?

Secondo i calcoli della Fondazione, i contratti a tempo indeterminato che verranno stipulati nel 2015 potrebbero arrivare a 1.150.000 con un'agevolazione media di 4.130 euro a contratto rispetto ad un tetto massimo fissato per ciascun contratto di 8.060 euro. L'incentivo statale sulle assunzioni a tutele crescenti, dunque, sarà più basso in quanto la misura non andrà a pieno regime in questo 2015: i contratti che saranno stipulati da qui fino alla fine dell'anno godranno degli incentivi solo per il tempo rimanente e non per l'intero anno.

Inoltre, molti dei contratti sono part-time. In ogni modo, con 1.150.000 contratti stipulati e un'agevolazione media di 4.130 euro a contratto, la spesa per il Governo Renzi sarebbe di 4 miliardi e 745 milioni: dato che finora sono stati stanziati dall'Esecutivo 1,8 miliardi di euro, rimarrebbero da finanziare 2 miliardi e 945 milioni di euro.

In più, fa sapere ancora la Fondazione, ben l'87% dei contratti riguardano la stabilizzazione di precedenti rapporti di lavoro regolati con altre tipologie di contratti e solo il 13% dovrebbe essere la percentuale dei nuovi lavoratori assunti, sprovvisti di precedente occupazione. Ma nello scorso anno, i nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati ben 1,6 milioni: sommando ai 1.150.000 sperati per il 2015 i 300 mila dei primi due mesi non rientranti nel Jobs Act in quanto entrato in vigore il 7 marzo, il saldo si preannuncia negativo, nonostante le agevolazioni, e privo delle dovute coperture finanziarie.

Riforma pensioni 2015, a giugno proposta organica sulla flessibilità

E poi ci sono le Pensioni per completare il ricambio generazionale: Tito Boeri, nuovo presidente dell'Inps, si sta spendendo per una riforma organica delle pensioni con una modifica della Legge Fornero e, soprattutto, per una maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. E proprio nella puntata settimanale di Ballarò di qualche giorno fa, Boeri ha fatto sapere che a giugno presenterà la proposta di riforma delle pensioni che preveda una maggiore flessibilità per andare in pensione, con un intervento a "costo zero" con misure come il prestito previdenziale per recuperare quanto viene anticipato.