Novità sul fronte delle pensioni e sulla questione degli esodati. Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, infatti, è tornato a sostenere la proposta di un reddito minimo per chi ha già compiuto i 55 anni di età ed ha perso il posto di lavoro vivendo, per tale ragione, in una condizione di povertà. Ne dà notizia la Gazzetta del Mezzogiorno dello scorso 21 aprile 2015 nelle pagine dell'economia, con una lunga intervista allo stesso Boeri. La proposta sarà sottoposta dall'Inps, in qualità di ente previdenziale competente nel sottoporre questioni di interesse economico al Governo ed al Parlamento, nel prossimo giugno: per il momento, il presidente Boeri si è limitato ad affermare che le risorse necessarie per attivare questa forma di pensione anticipata siano nell'ordine del miliardo e mezzo.
La proposta piace al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che ha assicurato che l'ipotesi del reddito minimo è una delle soluzioni per chi è avanti con l'età e non ha più un lavoro: "Quella di Boeri è una delle possibili soluzioni ed ha riscosso l'interesse del Governo".
Reddito minimo fino alla pensione: a chi, con quali requisiti e quanto sarà l'assegno prepensionistico
La necessità di istituire un reddito minimo per poter vivere fino all'età della pensione è dettata dai numeri: Boeri fa sapere, infatti, che solo il 10% degli ultra 55enni riesce a trovare un nuovo impiego dopo averlo perso. Ragionando su chi dovrebbe ricevere l'assegno minimo prima della pensione si stanno ipotizzando i seguenti requisiti:
- chi ha un'età minima di 55 anni;
- chi ha un reddito familiare al di sotto di una certa soglia, ancora da individuare;
- chi ha perso il proprio posto di lavoro ed, eventualmente, ha terminato gli altri ammortizzatori sociali, Aspi compresa;
- chi si trova in condizioni di oggettiva povertà.
I numeri snocciolati dal presidente Boeri fotografano ulteriormente la situazione di chi non ha ancora raggiunto l'età per la pensione, ma è considerato troppo vecchio dal mondo del lavoro.
Nel 2014, infatti, i disoccupati ultra 55enni, leggendo i dati Istat, erano 209 mila (230 mila se si considera solo l'ultimo trimestre dell'anno): ipotizzando tre situazioni essenziali, ovvero:
- la stragrande maggioranza di questa categoria ha bisogno, per condizioni di reddito familiari, di un sussidio;
- l'assegno mensile dovrebbe aggirarsi intorno ai 600 euro per 12 mensilità;
- non sono accreditabili i contributi figurativi, come succede per l'Aspi e per la cassa integrazione).
Il presidente dell'Inps, Boeri, è sicuro di poter rientrare nel miliardo e mezzo. Ovviamente, in presenza di un intervento non limitato dai requisiti dell'età e del reddito, le risorse da stanziare sarebbero notevolmente maggiori.