Sabato sera è giunta l'approvazione da parte della VII Commissione Cultura del testo definitivo del ddl di riforma scuola 2015, targato Renzi-Giannini. La calendarizzazione è oramai stabilita: il 14 maggio avranno inizio le discussioni che si concluderanno il 19 maggio con la votazione alla Camera per l'approvazione. A poco è valso lo sciopero del 5 maggio, dal momento che, non solo il ddl non è stato ritirato ma gli emendamenti non hanno inciso per nulla sull'impianto generale. I sindacati parlano di "emergenza democratica", mentre il governo Renzi parla di Scuola gestita dai "sindacati".

In questo scenario, può essere utile analizzare alcuni aspetti della riforma scuola 2015, e soprattutto la più avversata da parte della mobilitazione, e cioè il ruolo dei presidi-manager. In cosa consiste la rivoluzione targata Renzi-Giannini?

Il mercato e le caratteristiche degli incarichi secondo la riforma scuola 2015 di Renzi

Quella che era considerata dagli insegnanti e dai sindacati la criticità più grande contenuta all'interno del ddl di riforma scuola 2015 di Renzi riguardava proprio il ruolo del Dirigente Scolastico. In conclusione delle modifiche all'articolo 7 del ddl, ecco quali saranno i poteri del DS per quanto riguarda la dinamica degli incarichi e e delle candidature:

la "chiamata diretta": il DS propone l'incarico al docente di ruolo che rientra nell'ambito territoriale di riferimento; i docenti, inoltre, potranno anche presentare la propria candidatura e, per essere scelti, si potrà anche dover sostenere un "colloquio di lavoro", il DS potrà così scegliere in una rosa di candidati quello che ritiene più opportuno nel ricoprire un determinato "posto"; il DS potrà anche decidere di utilizzare un docente in una classe di concorso per la quale non è abilitato, ma per la quale presenta delle non meglio specificate "competenze"; la proposta da parte del DS dell'incarico dovrà seguire il POF e dunque potrebbe avere durata triennale (quanto dura il "nuovo" POF) ed essere rinnovabile ad libitum

le supplenze: il DS può decidere ed effettuare le sostituzioni per assenze di docenti non superiori ai 10 giorni all'interno del personale che si troverà nell'organico dell'autonomia, i criteri della "scelta" non sono specificati.

Riforma scuola Renzi per il 2015: staff , premi e valutazione, il ruolo del DS

Il ddl di riforma scuola Renzi per il 2015 contiene anche indicazioni su altri "poteri" che competeranno ai DS:

la "valutazione": gli eventuali "premi" e la valutazione dell'operato dei docenti restano, anche dopo le polemiche e lo sciopero del 5 maggio, nelle mani del DS, il preside dunque potrà valutare gli insegnanti dopo il periodo di formazione e potrà decidere a chi concedere il "bonus"; il DS avrà diritto ad uno "staff" che lo affianchi nella gestione amministrativa della nuova scuola e potrà chiamare fino al 10% degli insegnanti della propria istituzione; il Comitato di Valutazione sarà composto dal DS, due docenti, due genitori (per la scuola primaria) e un genitore e un rappresentante degli studenti (per le superiori)

È tutto per quanto riguarda il ruolo del DS nel ddl di riforma scuola 2015 di Renzi. Per ricevere aggiornamenti, cliccate su "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.