L'annuncio dei Cobas del blocco di tutti gli scrutini ha provveduto ad agitare ancora di più il mare delle polemiche sul ddl la Buona Scuola: se da una parte i docenti sono più che mai intenzionati ad andare fino in fondo nella loro battaglia contro questa riforma che non piace, dall'altra si assiste ad una presa di posizione più moderata da parte dei sindacati confederali che, per il momento, decidono di non salire sull''arca della protesta'. 

Per il momento, infatti, l'iniziativa dei Cobas, che rappresentano il 3,5% del personale scolastico, resta 'isolata' perchè Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno deciso di restare a guardare, appellandosi, invece, ai clamorosi risultati dello sciopero del 5 maggio con i 618 mila scesi in piazza, sciopero che è costato ai lavoratori circa 42 milioni di euro.

Cisl si aspetta un 'atto di responsabilità del governo'

Francesco Scrima della Cisl pone l'accento sul fatto che le parti sociali aspettano che il governo compia un atto di responsabilità, pur essendo consapevoli che il clima di rabbia e di tensione che si è venuto a creare tra i docenti 'potrebbe portare anche all'adesione di molti nostri iscritti'. Anche Maurizio Bernava dichiara la propria contrarietà ad 'una scelta del genere che altro non fa che andare contro le famiglie e gli studenti'. La Cisl concorderà con gli altri sindacati le strategie da adottare: l'idea che prevale sembrerebbe, comunque, quella degli 'scioperi brevi'.

Uil 'Lasciamo fuori la politica', Cgil 'Attendiamo segnali dall'esecutivo'

Massimo Di Menna della Uil tocca un'altra questione ancora più delicata, quella riguardante l'aspetto politico che sta assumendo l'approvazione della riforma della scuola. Di Menna ha ribadito come la battaglia che ha intrapreso tutto il mondo scolastico non debba avere nulla a che fare con i contrasti tra maggioranza ed opposizione, e, tanto meno, con le spaccature in atto nei rapporti all'interno del Partito Democratico.

Anche Domenico Pantaleo della Cgil si unisce al coro delle altre forze sociali confederali, confermando l'intransigenza sulla questione legata alle assunzioni, al rinnovo del contratto e ai super poteri dei presidi: Pantaleo, comunque, ha dichiarato che la Cgil intende prestare orecchio ai segnali che arrivano dal governo.