La Sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l'illegalità del blocco di ogni forma di perequazione per il biennio 2012-2013 e che ha delineato la necessità di una stabilizzazione anche per gli anni futuri, con un aggravio di circa 5 miliardi di euro sulle casse dello Stato, rischia di mettere in grandi difficoltà non soltanto i propositi di riforma Pensioni per il 2015 ma lo stesso sistema Italia. Il governo Renzi incontrerà nei prossimi gorni i sindacati, ma il timore riguarda soprattutto le richieste dell'Europa: i soldi vanno trovati, ma l'Italia non deve venire meno ai suoi impegni sul bilancio.
In poche parole, si richiedono nuovi tagli alla spesa pubblica.
Come risparmiare sui rimborsi? Il rebus del governo Renzi e le possibilità di riforma pensioni 2015, news 06-05
Il governo Renzi è a lavoro per sciogliere quello che sembra essere diventato un vero e proprio rebus: la sentenza infatti impone all'Italia una spesa per i rimborsi che si colloca intorno alla cifra record di 5 miliardi di euro. L'idea sarebbe la seguente: bloccare i rimborsi per gli assegni più alti e da decidere è dove posizionare l'asticella. Le proposte in discussione sono due: tagliare i rimborsi se l'assegno supera di cinque volte (2,342 euro lordi al mese) o sei volte (2,810 euro lordi al mese) il minimo Inps.
L'idea potrebbe essere accolta dalla Corte, in quanto, quando si è trattato di bloccare le pensioni più alte nel 2007 con una norma voluta dal governo Prodi, essa si è detta favorevole nella misura in cui sono da tutelare soprattutto i redditi più bassi attraverso l'inserimento di un meccanismo graduale di perequazione. Il rebus consiste in questo: trovare il modo di far quadrare il bilancio, tra la necessità di una maggiore equità previdenziale e il dovere di tenere in ordine i conti pubblici.
Il pericolo maggiore, segnalato dai sindacati, è che il governo Renzi ne approfitti per rinviare ancora l'approvazione di una riforma pensioni per il 2015: il momento decisivo sarà il mese di giugno, quando Renzi dovrà dare esecuzione alla Sentenza e quando Poletti dovrà presentare, come promesso, una proposta concreta di riforma.
Il fiato sul collo del governo Renzi da parte dell'Europa: sentenza e riforma pensioni 2015, news 06-05
Le inquietudini maggiori giungono, però, dall'Unione Europea. Il suo messaggio riguardo all'esecuzione della sentenza della Corte Costituzionale è piuttosto netto: lo sforzo economico per il rimborso e la perequazione per gli anni futuri non deve pesare sul bilancio complessivo dello Stato, dunque il provvedimento dovrà necessariamente essere affiancato da un altro che permette di trovare le risorse finanziarie. In parole semplici: la UE chiede dei tagli alla spesa pubblica (dunque: scuola, sanità, pensioni, etc.) e il governo Renzi si trova a dover ripensare completamente la propria strategia.
A poter saltare è la riforma pensioni 2015, la quale avrebbe un costo piuttosto elevato e, secondo alcuni, sarebbe in pericolo anche il piano assunzioni nelle scuole.
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