Dopo la sentenza della Consulta sulla questione dei rimborsi, si torna a parlare nel governo Renzi di riforma pensioni per il 2015: ad intervenire è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in occasione di una risposta ad un'interrogazione dell'on. Gnecchi del PD, ha "svelato" quali sarebbero le ipotesi di riforma allo studio del governo. La tempistica è stata già rivelata più volte: entro l'estate si dovrebbe completare il processo di definizione dell'intervento, che dovrebbe poi rientrare all'interno della legge di stabilità 2015. Le due misure di cui si starebbe discutendo riguardano due meccanismi differenti: quello della creazione di un regime di uscita flessibile dal mondo del lavoro tramite il meccanismo delle quote e quello di una flessibilità basata su un sistema di penalizzazioni e premialità.

Lo studio del governo Renzi sulla riforma Pensioni 2015, news 16 maggio

L'intervento del ministro Giuliano Poletti sulla questione della riforma pensioni 2015 è sembrato molto concreto: il governo Renzi starebbe lavorando a due ipotesi. L'idea di fondo dello studio sarebbe quella di coniugare due aspetti: da un lato la necessità di riattivare il ricambio generazionale che darebbe un'iniezione di fiducia e ridurrebbe il fenomeno sempre più preoccupante della disoccupazione giovanile; dall'altro risolvere il dramma umano e sociale di coloro che, a causa della riforma pensioni Monti-Fornero, si trovano ad aver perso il lavoro ma a non aver ancora maturato il diritto alla pensione.

Come riattivare il turnover generazionale?

Poletti spiega che le ipotesi di riforma pensioni 2015 al vaglio del governo Renzi sono essenzialmente due: la prima sarebbe di introdurre un meccanismo di flessibilità in uscita partendo dal meccanismo delle quote, cioè la somma di un requisito anagrafico e di un requisito contributivo; la seconda sarebbe quella di favorire l'uscita dal mondo del lavoro mediante un dispositivo di anticipo sulla pensione sulla base di un sistema di penalizzazioni.

Poletti concorda con Damiano? News 16-05 sulla riforma pensioni 2015 del governo Renzi

Anche se le indicazioni del ministro Poletti sono state piuttosto "vaghe", cioè non è entrato nel merito delle questioni specifiche, le due ipotesi di riforma pensioni 2015 al vaglio del governo Renzi assomigliano molto alle proposte di legge depositate dal dissidente dem e presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano.

La prima ipotesi assomiglia al ddl 2945, quello sulla Quota 100 (per gli autonomi Quota 101): il raggiungimento della quota deve avvenire a partire da un minimo di 62 anni d'età e un minimo di 35 anni di contribuzione. La seconda ipotesi assomiglia al ddl 857 sui pensionamenti flessibili: con 41 anni di contribuzione si potrebbe andare in pensione a qualsiasi età, altrimenti varrebbe il requisito anagrafico dei 66 anni di età e di 35 anni di contributi con penalizzazioni e premialità se si esce prima o dopo dal mondo del lavoro.

È tutto con le ultime news al 16 maggio sulle ipotesi di riforma pensioni 2015 del governo Renzi. Per ricevere aggiornamenti sulle materie di politica economica, il nostro suggerimento è di cliccare sul pulsante "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.