Non è stata forse mai così lontana una riforma Pensioni per il 2015 che mettesse realmente in discussione la legge Fornero: la sentenza della Consulta ha messo nei guai il governo Renzi che, ora, deve pensare a come risarcire i milioni di pensionati, ai quali era stato bloccato l'aumento delle pensioni nel biennio 2012-2013. È possibile, comunque, che un decreto arrivi già entro venerdì 15 maggio: l'idea non sarebbe di rimoborsare tutto in una volta sola (i 14 miliardi che servirebbero rappresentano una vera e propria voragine per i conti pubblici), ma di agire in maniera progressiva e parziale, mediante il riconoscimento di una priorità e di un privilegio per le pensioni più basse, partendo da un'analisi del reddito.

Sull'argomento è intervenuto anche Cesare Damiano che ha lanciato una nuova sfida a Renzi e al suo governo: per discutere della riforma pensioni 2015 bisogna chiamare anche i sindacati confederali, cosa che rappresenta una sorta di provocazione per il premier, che ha costruito il suo consenso su una critica all'operato degli stessi sindacati.

Ultime mosse del governo Renzi sulla riforma pensioni: rimborsi e news al 12-05

Cesare Damiano chiama il governo Renzi per discutere insieme ai sindacati e alle parti sociali della riforma pensioni 2015 da organizzare entro il mese di giugno e da inserire all'interno della Legge di Stabilità 2015. Il premier, però, è alle prese con i rimborsi, segnale che la riforma Fornero fa acqua da tutte le parti.

Se la Camusso della CGIL aveva parlato di patrimoniale per colmare il buco di 14 miliardi di euro, il governo Renzi starebbe pensando ad altre misure: un contributo di solidarietà dalle pensioni d'oro e la determinazione di una soglia oltre la quale i rimborsi non sarebbero più dovuti. Posizionare l'asticella, però, risulta essere difficile e sembra essere accantonata l'idea che le pensioni che rappresentano tre volte il minimo (dunque a partire da 1.500 euro mensili) non debbano avere diritto al rimborso.

Insomma, la decisione potrebbe arrivare entro venerdì 15 maggio, ma sicuramente renzi non può dormire sonni tranquilli.

Cesare Damiano chiama i sindacati e sfida il governo Renzi

Cesare Damiano non lo manda certo a dire e, così, sul tema dei rimborsi e della oramai sempre più necessaria riforma pensioni per il 2015, sfida il governo Renzi e chiede che vengano convocati i sindacati confederali e le parti sociali.

Il premier non ha mai avuto un buon rapporto con i sindacati e ha costruito molto del suo consenso proprio su una critica continua e serrata al loro operato. Intanto, Damiano spiega che, quando era Ministro del Lavoro nel governo Prodi, egli stesso mise in campo una "sterilizzazione" per quanto riguarda le indicizzazioni delle pensioni più alte (a partire da otto volte il minimo, dunque 4mila euro lordi) e che quel risparmio venne investito in favore dei lavoratori usuranti e della quattordicesima per le pensioni più basse. Insomma, i modi per uscirne ci sono, ma Damiano intende anche rilanciare: bisogna convocare i sindacati per discutere dei rimborsi e di come cancellare le iniquità della legge Fornero, il tema è quello della flessibilità in uscita e le proposte sono state depositate già da tempo. È tutto per quanto riguarda la riforma pensioni 2015 del governo Renzi. Per ricevere aggiornamenti, il nostro consiglio è di cliccare su "Segui" in alto al di sopra del titolo dell'articolo.