Tre italiani su quattro sono favorevoli alla proposta di estendere il buono scuola, riconosciuto agli alunni delle scuole primarie e delle scuole dell'infanzia paritarie (le private) ad ogni Scuola di ogni ordine e grado. E' questo il risultato di un sondaggio condotto dalla Lorien Consulting sulla riforma della scuola alla vigilia dello sciopero del personale della scuola lo scorso 5 maggio.

Il sondaggio, condotto per il quotidiano Italia Oggi, è stato realizzato con metodo Cati (interviste telefoniche) su un campione di mille cittadini, rappresentativo per età, setto ed area di residenza, nonchè maggiorenne.

Sondaggio sulla Buona Scuola: sciopero del 5 maggio, buono scuola e libertà di scelta educativa e formativa

Dal sondaggio, il 75% degli intervistati ha almeno sentito parlare della riforma della scuola attuata dal Governo Renzi, ma solo il 43% la giudica positivamente: il peso della chiamata diretta dei dirigenti scolastici, relativa all'assunzione dei docenti precari è determinante nel risultato.

Infatti, gli intervistati si mostrano scettici sul troppo potere che viene accordato dal Ddl Buona scuola ai presidi. Il 37% dei rispondenti, poi, si dichiara d'accordo con le motivazioni dello sciopero e con i sindacati.

Va precisato che l'attenzione degli italiani sulle motivazioni dello sciopero e sulla riforma della scuola è stata limitata dall'altra notizia che ha occupato gli spazi televisivi e della stampa nelle ultime settimane, ovvero la votazione della legge elettorale Italicum.

Ma la proposta di estendere il buono scuola dato alle famiglie per tutte le scuole di ogni ordine e grado trova la facile adesione degli intervistati. La percentuale del 76% che ha risposto positivamente si alza al 77% per i cittadini che si definiscono "moderati", ovvero che considerano un diritto la libertà di scelta educativa e formativa.

Più precisamente, alla domanda sul quanto è importante la libertà di scelta educativa e formativa, ovvero se debba essere un valore garantito dallo Stato la libertà di poter scegliere diversi percorsi di studio affidandosi all'offerta di servizi non forniti direttamente dalla scuola pubblica, il 64% del campione ha risposto "sì", percentuale che aumenta per gli elettori moderati fino al 72%.