Con la Legge di Stabilità 2016 il Governo Renzi conta di rivoluzionare i requisiti per l'accesso alla pensione anticipata. Le soluzioni al vaglio sono molteplici, ma l'obiettivo comune è quello di assicurare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e facilitare il ricambio generazionale.

Tutti d'accordo, dunque, sulla necessità di garantire il prepensionamento, ma le ipotesi vertono sulla penalizzazione a carico del contribuente.

Il ministro dell'Economia, Padoan, qualche giorno fa l'ha definita "una piccola riduzione dell'assegno pensionistico". All'incirca le stesse parole usate dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Ma a quanto corrisponde la "piccola riduzione"?

Pensione anticipata, ipotesi riduzione 2-8% oppure ricalcolo con il contributivo: quale sarebbe la penalizzazione per i pensionati?

La prima delle ipotesi sostenuta dal presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano e dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, è quella che presume la pensione anticipata rispetto ai 66 anni, ma con un minimo di 35 anni di contributi versati ed una penalizzazione che va da un minimo del 2% ad un massimo dell'8%, purché non si vada al di sotto dei 62 anni.

Moltiplicando la percentuale per il numero di anni in cui si sceglie di andare in pensione prima, si ottiene la penalizzazione: in ogni modo, si va da una decurtazione dell'8% (2% minimo per 4 anni) ad una massima del 32% (l'8% per 4 anni).

La seconda ipotesi di riforma delle Pensioni attualmente sotto la lente di ingrandimento dei tecnici del Governo Renzi è quella che prevede il ricalcolo delle pensioni con il solo metodo contributivo, ovvero considerando solo i versamenti contributivi fatti dal lavoratore negli anni.

In tal modo, la penalizzazione si aggirerebbe intorno al 5-6% all'anno, che moltiplicato per il numero di anni che si intende anticipare rispetto ai 66 (ma comunque non al di sotto dei 62), costituirebbero un taglio massimo del 20-25%.

Pensioni 2016, l'ipotesi di Boeri di pensione anticipata per gli esodati

Tra le due ipotesi, il Presidente dell'Inps, Tito Boeri ha parlato nei giorni scorsi di una proposta che presenterà entro la fine di giugno e che riguarda chi ha un'età compresa tra i 55 ed i 65 anni ed ha perso il lavoro: anche in questo caso, si fa spazio l'ipotesi del ricalcolo delle pensioni con il contributivo.

Tuttavia, molte delle pensioni degli esodati non arriverebbero al minimo dei 500 euro: per questo motivo, il ricalcolo con il contributivo dovrebbe essere esteso anche alle vecchie alte pensioni, appartenenti a contribuenti che percepiscono un assegno più alto dei contributi versati. Il ricalcolo delle pensioni con il contributivo andrebbe, in questo modo, a livellare le pensioni abbassando quelle di chi percepisce molto di più rispetto al versato ed alzando le minime.