Si torna a discutere delle Pensioni anticipate con l'ipotesi del ricalcolo: ciò consentirebbe ai contribuenti di accedere al prepensionamento, ma con l'assegno ridotto. È il Corriere della Sera di oggi, 22 maggio 2015 a darne notizie riprendendo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Minsitri, Matteo Renzi e del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Proprio il Premier, intervenuto qualche sera fa a Porta a Porta di Bruno Vespa, aveva parlato ipotesi di pensione anticipata per le donne in cambio di un taglio dell'assegno pensionistico.
Tuttavia, ha dichiarato Renzi, "Se ne riparlerà a settembre, quando inizierà la discussione sulla Legge di Stabilità 2016". Sarà, infatti, in quella sede che arriverà la proposta finale.
Pensione anticipata, l'ipotesi di Poletti del ricalcolo col contributivo
"Al momento le idee sono tante e confuse - ha spiegato il ministro Poletti - Ma l'ipotesi di ricalcolare tutta la pensione con il metodo contributivo per concedere la pensione anticipata rispetto all'età necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia, in questo momento è l'idea più accreditata delle cento ipotesi che si sono fatte".
Nella giornata di ieri, il presidente della Commissione del Lavoro al Senato, Maurizio Sacconi ha avanzato un disegno di legge delega che ricopia quello presentato alla Camera dei deputati da Damiano, Baretta e Gnecchi.
Il nuovo Ddl prevede la possibilità di pensione anticipata sulla base di due requisiti: il compimento dell'età di 62 anni e l'aver raggiunto i 35 anni di contributi. La penalizzazione annua dovrà oscillare da un minimo del 2% ad un massimo dell'8%.
Disuguaglianze in Italia, l'allarme dell'Ocse
Nel frattempo, l'Ocse, l'Organizzazione internazionale per la cooperazione e per lo sviluppo, ha lanciato l'allarme dell'aumento delle disuguaglianze in Italia in uno studio nel quale si mette in evidenza che le differenze di reddito sono andate via via aumentando dagli anni '80 ad oggi.
Appena l'1% della popolazione italiana, infatti, possiede il 14,3% della ricchezza nazionale netta.
La crisi degli ultimi anni ha colpito maggiormente le famiglie a basso reddito, in particolare i giovani ed i giovanissimi e se è vero che l'occupazione è aumentata dagli anni '90 ad oggi grazie ai posti atipici, è altrettanto vero che il 26,6% delle famiglie dei lavoratori atipici versa in condizioni di povertà.