La pensione anticipata delle donne lavoratrici sarà tra gli elementi della riforma Pensioni 2015 del governo Renzi? Arriverà la proroga per l'Opzione Donna e si farà chiarezza sulla scadenza per la domanda, anticipata dall'INPS con una circolare apparentemente in contrasto con la norma originaria del 2004? Le madri lavoratrici vedranno confermato il bonus per andare in pensione prima? Si discute parecchio di pensioni in queste settimane, ipotesi e dichiarazioni si rincorrono, le proposte al vaglio delle commissioni parlamentari sono tante: facciamo il punto della situazione, senza sensazionalismi né polemiche, presentando le varie strade che il governo potrebbe percorrere con esempi numerici grazie ai dati forniti da Il Sole 24 Ore.

Un approfondimento in cinque parti sulla cosiddetta flessibilità in uscita o pensione flessibile, qui ci occupiamo appunto della pensione delle lavoratrici e dell'Opzione Donna.

In tema di pensione anticipata, o come si dovrebbe dire ora flessibilità in uscita, per le lavoratrici ci sono attualmente due possibilità attive, vediamole nel dettaglio.

L'Opzione Donna, regolata dalla legge 234/2004 firmata dall'allora ministro del Lavoro Roberto Maroni, (riforma delle pensioni del governo Berlusconi), che originariamente consentiva di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni/58 anni di età (lavoratrici dipendenti/autonome) accettando però il ricalcolo della pensione col metodo contributivo [cliccate per l'approfondimento su tale aspetto della riforma delle pensioni in corso] quindi una pensione più bassa del 25-30%: un grande successo di richieste nonostante la decurtazione pesante.

Il termine ultimo per maturare i requisiti era il 31 dicembre 2015, ma la circolare INPS n° 35-2012 l'ha anticipato al 2014 (interpretazione discutibile dell'applicazione della finestra mobile) e aggiunto 3 mesi all'età anagrafica (adeguamento alla cresciuta durata della vita): si è generato il caos e da due anni le interessate sono in attesa che il governo (Letta prima, Renzi poi) dia una qualche risposta.

Si sa solo che il Ministero del Lavoro ritiene il il 31 dicembre 2015 la scadenza per maturare i requisiti e quindi per fare domanda come da impianto originario, il Ministero dell'Economia è invece per l'anticipo al 2014 (da notare che l'Opzione Donna consente un risparmio alle casse statali).

Il deputato Massimiliano Fedriga, Lega Nord, ha depositato un ddl per la proroga dell'Opzione Donna a tutto il 2018.

Bonus per la pensione anticipata di quattro mesi per ogni figlio avuto durante la carriera, massimo un anno rispetto ai requisiti per la pensione di vecchiaia: possibilità solo per le lavoratrici soggette interamente al sistema contributivo per la pensione, introdotto dal 1 gennaio 1996 dalla riforma Dini. Tra le ipotesi al vaglio del governo Renzi ci sono quelle di elevare ad un anno per ogni figlio lo sconto sull'età per la pensione, o di dare un bonus di tre anni di contributi, sempre per ogni figlio.

Da citare il ddl 1879 del 2013, firmato da Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia, per portare a 63 anni l'età per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici ma con una penalità pari al numero di anni di anticipo rispetto ai requisiti di base.

Simulazione pensione donna, i numeri de Il Sole 24 Ore

Una lavoratrice dipendente del settore privato, nata nel 1957 e con 35 anni di contribuzione nel 2014, potrebbe andare in pensione anticipata con Opzione Donna nel 2015 subendo la riduzione dell'assegno per il 25/30% dell'importo; volendo invece la pensione di vecchiaia, dovrebbe aspettare il 2024/25, con un'età di 67/68 anni e 44/45 anni di contributi (con le norme attuali della Legge Fornero, che prevedono un progressivo aumento dei requisiti); in caso di figli potrebbe anticipare di 4 mesi per ognuno, come detto sopra.. Ma nel 2022 avrà raggiunto i 43 anni di contributi, quindi potrebbe accedere alla "normale" pensione anticipata (sempre con le regole Fornero).