Viviamo troppo, quindi ci tocca ricevere una pensione più bassa. E’ questo il datoche emerge dalle ultime notizie sultema che vanno ad alimentare il calderone della riforma pensioni 2015. A partire dal 1° gennaio del prossimo anno,a causa della revisione dei coefficienti di calcolo per le quote contributivedegli assegni previdenziali, si registrerà un passo indietro dell’importopercepito da chi lascerà il lavoro. E’ l’effetto di un processo avviatosi conla riforma Dini, quando probabilmente gli italiani pensavano ad altro piuttostoche interessarsi al tema come oggi, e che è stato puntellato nel 2007 dall’exministro Damiano, oggi fervido sostenitore dei prepensionamenti: a partire daquell’anno, infatti, i coefficienti vengono parametrati all’aspettativa divita.
Nel 2010, infine, il governo Berlusconi stabilì che ad ogni adeguamentodell’aspettativa di vita fossero rivisti i coefficienti di trasformazione che,appunto, sono stati rivalutati lo scorso 6 luglio, come si evince dallaGazzetta Ufficiale.
Ma cosa succede?Ultime notizie riforma pensioni 2015 e riduzione assegni
Lasciamo stare i tecnicismi e spieghiamo bene cosa accadrà.Praticamente, grazie alle modifiche introdotte ai complessi meccanismi degliultimi anni al fine di garantire stabilità al sistema previdenziale italiano,siccome si vive di più (almeno secondo le statistiche) non si può “costare” dipiù alla collettività. Di conseguenza, a partire dal prossimo anno, unlavoratore che chiede la pensione di vecchiaia si vede ridotto l’assegno di 18euro lordi mensili.
Tuttavia questa riduzione, spiega Il Sole 24 Ore, scende a 8 euro perché aumenta l’età pensionabile (quindi l’età, quindi il coefficiente)che passa a 66 anni e 7 mesi, quattro mesi in più di quanto previsto adesso.
In poche parole, al di là della riforma pensioni 2015 di cui tanto si discute, chi ha già maturatoi requisiti per la pensione ha la convenienza economica a lasciare il lavoroadesso, o al massimo entro fine anno, così da non vedersi decurtato il giàmagro assegno.
E se, tra mille peripezie, chi lascia il lavoro oggi riesceancora a godere di una pur minima parte di retributivo (si parla di sistemamisto), chi andrà in pensione domani ed ha iniziato a versare contributi dopoil 1996 vedrà il traguardo sempre più lontano e l’assegno sempre più basso. Sisalvi chi può!