A Montecitorio da ieri si sta lavorando per l'approvazione del Decreto di riforma della Scuola. Il provvedimento della "Buona Scuola" come è ormai conosciuto da tutti sta creando malumori e proteste prima tra gli ambienti della scuola e poi tra le varie forze politiche.

Cosa è successo ieri

Piazza Montecitorio ha visto un Sit-in di protesta pacifica da parte di organizzazioni di categoria, dipendenti della scuola e loro rappresentanti. Presenti anche esponenti delle minoranze parlamentari ed ex rappresentanti di Governo ormai all'opposizione.

Tantissimi sono i gruppi spontanei di contestazione al provvedimento nati sul Web. Sulla rete infatti si sta addirittura provvedendo ad una raccolta firme che ha come obbiettivo la promozione di un referendum abrogativo del decreto che si sta per approvare alla Camera. Dopo la riuscita del referendum in Grecia, l'entusiasmo per i referendum è in forte aumento e questo sicuramente agevola la raccolta delle firme necessarie per indirlo.

Quali punti del decreto sono maggiormente contestati?

La cancellazione delle graduatorie (100.000 lavoratori precari) ad esaurimento fin qui valide per entrare a lavorare nell'universo scuola, è sicuramente una parte del DL che a molti non piace. Infatti con esso si provvede a sostituire i lavoratori nella scuola, prossimi alla pensione, che sono circa 40mila pescandoli dalla graduatoria.

Per gli altri 60mila, nessuna agevolazione prevista, nessun posto riservato. Per loro, la speranza di ritornare a lavorare nella scuola deve passare per un concorso pubblico e quindi con la concorrenza anche dei nuovi laureati che si iscriveranno al concorso ma che non hanno avuto ancora esperienze lavorative tali da farli entrare nella graduatoria.

Significa che 60mila maestre, per esempio, che in questi anni hanno lavorato saltuariamente, tra supplenze e periodi brevi, vedranno persi i vantaggi che dava loro la presenza in graduatoria.

Le reazioni della politica?

Come abbiamo detto, oltre al malcontento manifestato in piazza e sul Web da sindacati, associazioni e lavoratori del settore, la Politica si è divisa.

Il progetto del referendum, ha trovato fin dall'inizio il parere favorevole del Movimento 5 Stelle ma adesso fa proseliti. Infatti sembra avere trovato l'adesione anche di Civati, ex PD che ha preso le distanze dal partito del Premier Renzi. A dire il vero anche il Ministro Giannini, sponsor principale del decreto ha aperto la porta ad una discussione per vedere cosa si può fare per venire incontro agli scontenti.