Ora c'è l'ufficialità. Ammesso ce ne fosse bisogno. Il ddl 857, che contiene quota 41 per i lavoratori precoci, verrà presentato e discusso in sede di approvazione della prossima Legge di stabilità in vista della nuova riforma Pensioni 2015. Le ultime novità sembrerebbero dunque confermare quanto si pensava all'indomani delle dichiarazioni bomba di Matteo Renzi della scorsa settimana, quando il premier aveva rilanciato l'azione di governo presentando il maxi piano per la riduzione delle tasse e la modifica del sistema previdenziale. Nessun slittamento quindi al 2018, come invece era stato affermato da più parti inizialmente.

Quindi la deadline per le pensioni degli italiani è fissata per settembre-ottobre. Sarà un autunno caldissimo, sopratutto per il governo. Prendere la scelta sbagliata, come vaticinato da Lamberto Dini qualche giorno fa, significherebbe la fine dell'esecutivo a maggioranza Pd. La trappola del sistema contributivo, per Renzi e Padoan, è dietro l'angolo. Caderne vittima equivarrebbe alla fine. In tutti i sensi. 

Notizie riforma pensioni Renzi ad oggi: Damiano conferma il ddl 857 per la Legge di stabilità

Una conferma importante. Desiderata e voluta in primis dai lavoratori precoci. Teatro dell'ultimo affondo di Damiano è stata l'assemblea tenutasi a Torino due sere fa, dove era presente per l'appunto l'esponente dem.

Si è parlato, era inevitabile, della riforma pensioni del governo Renzi. Il presidente (riconfermato) della Commissione Lavoro ha sottolineato come la minoranza dem porterà il disegno di legge numero 857. Come saprete, il ddl include quota 41 e quota 97, che consente di andare in pensione a 62 anni con almeno 35 anni di contributi e una penalizzazione massima dell'8 percento.

Sono questi i due strumenti per la flessibilità in uscita dal lavoro più apprezzati dai lavoratori italiani. In un Paese normale la sovranità popolare dovrebbe 'illuminare' le scelte del governo o quanto meno indirizzarle. In un Paese normale, appunto. 

Ultime notizie riforma pensioni precoci ad oggi 26 luglio: il triangolo Boeri, Damiano, Brunetta

Fattore B contro fattore D. Boeri e Brunetta da una parte, Damiano dall'altra. No, il triangolo no. In tanti parlano della futura riforma pensioni, a volte senza avere un'idea precisa di quale sia, ad oggi, la situazione italiana. Chi invoca il ricalcolo delle pensioni col sistema contributivo vive forse sull'ultimo pianeta scoperto dalla Nasa. Tradotto, lontano anni luce. Nei giorni scorsi abbiamo parlato dei tagli che le pensioni piccole e medie riceverebbero qualora passasse la linea Boeri e Brunetta. Tra i più colpiti, come ricorderete, gli stessi lavoratori precoci, che a ragione fanno il tifo per Damiano e la quota 41. Starà adesso a Renzi decidere quale vertice del triangolo preferire. Una scelta neanche tanto difficile, se vogliamo dirla tutta. La volontà del popolo da una parte, l'irrealtà politichese dall'altra. Inoltre il Premier deve fare i conti con i sondaggi. Perché raccontare le favole inerenti il 40% delle preferenze può andare bene a fine luglio. Fare i conti invece con la realtà del Paese nei prossimi mesi è un'altra. Secondo voi Renzi prenderà la scelta giusta? Restituirà dignità ai lavoratori precoci? In un Paese normale queste domande non esisterebbero. L'Italia, purtroppo, non lo è più da tempo.