Domani, martedì 27 luglio 2015, dovrebbe cominciare l'invio telematico delle domande di assunzione per i migliaia e migliaia di precari che aspirano ad una cattedra per il prossimo anno scolastico 2015/2016, ma le incognite, a questo proposito, ci sono, eccome, visto che è partita, negli ultimi giorni, una vera e propria campagna social anti-assunzioni e contro la procedura del Miur

L'appello arriva da Marcella Raiola del coordinamento Precari Scuola di Napoli, che invita tutti i docenti d'Italia a dire NO alla 'maledetta domanda di schiavitù volontaria', così come viene definita dal Movimento. 
Sono stati mesi dove le delusioni si sono susseguite una dopo l'altra, tra scioperi clamorosi, emendamenti, richieste di dialogo e voltafaccia politici. I precari ne hanno abbastanza, anche di fronte a quella che potrebbe essere la loro opportunità per entrare finalmente in ruolo, un desiderio che hanno coltivato per anni. 

Assunzioni scuola: i motivi della protesta dei docenti precari

I motivi per dire NO sono noti alla stragrande maggioranza di questi docenti che attendono la loro assunzione. La procedura adottata dal Ministero dell'Istruzione presenta più di un lato oscuro e per molti insegnanti, in special modo quelli che risiedono al Sud, si potrebbe affacciare la 'spettrale prospettiva' di essere costretti a lasciare il loro luogo d'origine per essere 'deportati' al Nord. 
In più, ci scapperebbe pure la 'beffa' perchè, secondo l'inconcepibile sistema ideato dal Miur, gli insegnanti delle regioni meridionali con punteggio più basso che verranno assunti in un secondo momento potrebbero addirittura ritrovarsi la cattedra a poche centinaia di metri da casa.

'No alla domanda di assunzione, non possono ucciderci tutti'

E allora il Coordinamento precari scuola di Napoli si chiede: 'Quale domanda, colleghi? A chi e perchè? Non ne deve arrivare nemmeno una di domanda! Basta con la schiavitù, ci stanno chiedendo di baciare la loro mano, quella stessa che ci ha schiaffeggiato per anni, ogni domanda che verrà mandata sarà un ulteriore segno della nostra disponibilità ad essere massacrati'
I Precari di Napoli ricordano le urla lanciate in piazza, nel 2012, contro il concorso Profumo, ma poi tutti gli insegnanti, a testa bassa, sono andati ad umiliarsi di fronte al quizzone. Morale della favola? Non si è ottenuto nulla perchè le controversie, invece di diminuire, sono aumentate, molti vincitori sono ancora a casa e per di più i posti sono diminuiti.  

'Non possono ucciderci tutti' è lo slogan 'Basta chiacchiere, è ora di passare ai fatti. La legge siamo noi, saranno loro adesso ad ubbidire al nostro volere.'