Assunzioni, ora si rischia davvero il caos. Sotto accusa la procedura delle immissioni in ruolo studiata dal Miur per il piano straordinario previsto dalla riforma Renzi. In particolar modo i precari stanno protestando vivacemente per le ingiustizie che si verranno a creare nelle varie fasi su cui sono articolate le assunzioni. Cerchiamo di spiegare meglio i motivi di tale ribellione.
Sappiamo benissimo come il piano immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2015/2016 si svolgerà in quattro fasi: la fase zero, la A, la B e la C.
Durante le prime due fasi le assunzioni vengono assegnate secondo le 'vecchie regole', ovvero il 50% dei posti verrà attribuito ai docenti vincitori di concorso (con sede nella stessa regione dove hanno svolto il test selettivo), mentre l'altra metà dei posti sarà 'pescato' dalle Graduatorie ad esaurimento (nella stessa provincia di iscrizione). 

Riforma scuola e assunzioni: domande fase B e la possibile 'fregatura'

Il motivo della protesta dei docenti precari (soprattutto quelli che risiedono al Sud) riguarda la fase successiva, la fase B ed in modo particolare la sede di assegnazione della cattedra. Infatti, a partire da questa fase, occorrerà presentare domanda (a partire dal prossimo 28 luglio) ma in questo caso l'immissione in ruolo riguarderà tutto il territorio nazionale e i posti disponibili, dopo le prime due fasi, saranno assegnati ai docenti che hanno un punteggio più alto in graduatoria.
Che cosa succederà allora? Visto che in diverse province del Nord Italia le graduatorie sono quasi vuote e saranno diversi i posti disponibili come residuati delle prime due fasi, i precari delle regioni meridionali contano di poter ottenere una cattedra fissa in Lombardia, Veneto, in Piemonte o in Emilia Romagna. 

Assunzioni: i precari del Sud con punteggio più alto 'beffati' dai colleghi? 

Fin qui nulla di strano e di 'tradimentoso' ma attenzione, però, perchè la beffa è proprio dietro l'angolo. Infatti, a partire dalla fase C, verranno distribuiti altri 48.812 posti comuni nonchè 6.446 posti sul sostegno: così, per assurdo, i 'colleghi' meridionali che hanno un punteggio più basso in graduatoria non solo avranno ugualmente il posto, ma lo otterranno quasi certamente vicino a casa.
I sindacati spiegano che se il Miur avesse congiunto le due fasi in una sola, questo problema non si sarebbe verificato. Ora i precari sono intenzionati a boicottare la domanda da presentare online, visto che quest'ultima è facoltativa: così facendo, al Nord le assunzioni finirebbero inevitabilmente per saltare e i precari delle regioni meridionali sarebbero costretti, gioco forza, ad attendere la loro assunzione nei prossimi anni.