Con l'approvazione definitiva della riforma Buona Scuola, è scattato ufficialmente anche il piano delle assunzioni per l'anno scolastico 2015/2016. Contrariamente a quanto più volte annunciato, a settembre non verranno assunti tutti e i 102.000 circa docenti precari promessi dalla riforma del governo: entro la metà di agosto, si partirà con i primi 36mila, che andranno a coprire i consueti posti vacanti del turn-over mentre per il mese di settembre è prevista la stabilizzazione di altri 11mila insegnanti.
Bisognerà fare molto in fretta, perchè il tempo è pochissimo. Gli uffici scolastici regionali dovranno correre per individuare i docenti da assegnare alle varie cattedre vacanti, secondo quanto indicato dai vari Istituti. Un'ulteriore preoccupazione nasce dai numerosi ricorsi che rischiano di paralizzare la procedura: saranno migliaia, alcuni sono stati già presentati, altri lo saranno nei prossimi giorni. 

Riforma scuola: già partiti i ricorsi, a settembre sarà il caos

C'è chi chiederà l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per non rimanere escluso; ci sono, poi, quegli insegnanti precari che hanno superato la 'quota' dei trentasei mesi di servizio e che, non solo rischiano di non essere stabilizzati a settembre, ma si vedranno persino negare le supplenze.
Non parliamo, poi, degli 'inviperiti' idonei ai concorsi precedenti che, non risultando iscritti alle GaE, saranno costretti ad affrontare nuovamente l'incubo di un nuovo 'concorso', quello preannunciato da 60.000 posti (nel 2016), che avrà il sapore di una 'beffa'. 
Se consideriamo anche coloro che presenteranno ricorso in quanto, per non perdere il ruolo, saranno costretti a trasferirsi altrove, si può prevedere una vera e propria 'pioggia di ricorsi', circa 50.000.
I sindacati hanno già preannunciato che a settembre si assisterà alla 'Stalingrado' della Buona Scuola', anche perchè, oltre alle assunzioni in sè stesse, la minaccia del clientelismo rischia di far aumentare il numero dei ricorsi. 
A questo proposito, gli stessi presidi si sono già rivolti ai docenti, invitandoli ad affidarsi pure alla magistratura nel caso in cui dovessero riscontrare anomalie nelle chiamate dirette degli insegnanti.