Gli insegnanti che hanno già fatto o che si preparano a fare domanda per le assunzioni previste dalla Legge sulla Buona Scuola, aspirano a diventare finalmente, dopo anni di precariato, insegnanti di ruolo. La Legge ha previsto le assunzioni in fasi, ma se per le prime, quelle del turn over fisiologico e della copertura dei posti vacanti, non c’è stato alcun problema perché le cattedre sono assegnate pescando dalle GAE (Graduatorie ad Esaurimento) e dai vincitori dei concorsi fino al 2012, le fasi successive sono un po’ più delicate. Infatti il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), ha previsto per le fasi B e C di assunzioni, che queste vengano assegnate dopo nuovo concorso per cui è necessario iscriversi presentando domanda.
Il termine ultimo ormai conosciuto per presentare la candidatura sta per scadere venerdì 14 agosto.
Come funzionano le domande?
Le domande possono essere inoltrate esclusivamente on line, tramite la procedura telematica predisposta dal MIUR e presente sul sito istituzionale del Ministero. Lo schema di domanda è quello classico, bisogna inserire tutti i campi richiesti come in qualsiasi altra domanda di concorso. Una delle particolarità predisposte è la scelta della provincia dove si desidererebbe lavorare. La procedura però prevede di indicarne 100, cioè quasi tutte, naturalmente nell’ordine di preferenza, altrimenti non si potrà andare avanti e compilare i successivi campi. I precari della scuola quindi dovrebbero elencare le 100 province in ordine di preferenza dove vorrebbero trasferirsi.
Una volta presentata la domanda come verranno assegnate le cattedre?
Il problema nascerà subito dopo la presentazione delle domande e riguarderà i criteri di assunzione. Secondo le alte sfere del MIUR si tenderà a dare prevalenza alla provincia scelta e nelle risposte ai quesiti che arrivano al Ministero da parte degli interessati sembrerebbe questa la linea.
Tecnicamente però, abbiamo seri dubbi, in quanto se per una provincia il posto vacante è uno solo, non si potrà non assegnare il posto in base al punteggio. Infatti se un docente ha totalizzato 70 punti mentre un suo collega 50, non è possibile che il posto in una qualsiasi provincia italiana sia assegnato in base a dove i docenti hanno inserito la provincia stessa nelle 100 da loro scelte.
Probabilmente, anche se il docente da 70 punti ha inserito la provincia in questione al centesimo posto, il posto sarà suo nonostante l’altro docente, quello da 50 punti la abbia collocata al primo posto. Ecco perché si parla tanto di mobilità e trasferimenti. Un insegnante che raggiunge il punteggio più alto, potrà essere collocato anche nell’ultimo posto tra i cento scelti dove andare a lavorare, anche se a 1000 km di distanza da casa.