Come ormai è risaputo, la proroga dell’Opzione Donna è confermata e non dovrà aspettare la Legge di Stabilità perché sarà un provvedimento da approvare da solo o al massimo con la settima salvaguardia esodati. L’accordo raggiunto prevede subito dopo le vacanze estive, a settembre, il via libera alla proroga che consente alle donne lavoratrici di andare in pensione anticipatamente. Infatti se una lavoratrice, al 31 dicembre 2015, avrà raggiunto i 57 anni di età ed i 35 anni di contributi potrà uscire dal mondo del lavoro e ritirarsi in pensione con un assegno ribassato.
Il dilemma è su cosa succederà alle altre lavoratrici che non raggiungono questi requisiti e l’allarme non viene dalle opposizioni, o almeno non solo da loro, ma addirittura da Maria Luisa Gnecchi, esponente del PD e componente della Commissione Lavoro della Camera che sta valutando le varie proposte di riforma delle Pensioni.
Di quale campanello d’allarme parliamo?
Si tratta di un probabile problema che avranno molte donne che non rientreranno tra le beneficiarie dell’Opzione Donna. La riforma Fornero stabilì che tutti coloro che non ottengono con il sistema contributivo, una pensione pari a 1,5 volte la pensione sociale (che è di poco superiore alle 500 euro) e che hanno iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996, saranno costretti a lavorare fino a 70 anni.
La Gnecchi vede in questo il pericolo per molte donne che si trovano proprio in linea con i parametri sopracitati. La Gnecchi contesta tutte le misure mancanti per le donne che sono poco tutelate. Non viene calcolato il lavoro svolto come casalinga, il fatto che le donne siano anche madri.
Quindi nessuna possibilità?
Stando alla Legge di oggi, tutte le lavoranti dal 1996, quelle che al 31/12/2015, non raggiungono il requisito minimo dei 20 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia, devono aspettare i 70 anni e 3 mesi con almeno 5 anni di contributi per poter andare in pensione.
L’unica possibilità concessa è quella di richiedere a 65 anni e tre mesi l’assegno sociale come chi non ha mai lavorato ed aspettare il compimento del settantesimo compleanno per vedere di passare ad un trattamento di pensione più favorevole con il conteggio dei contributi versati.