La sentenza 70 del 2015, quella famosa con cui la Consulta ha costretto il Governo ad emanare il “Bonus Poletti” per agosto, continua a dare i suoi effetti sull’ammontare delle Pensioni bloccate dal decreto “Salva Italia”. Da domani primo settembre, molti pensionati che hanno subito il blocco delle indicizzazioni delle loro pensioni per gli anni 2012 e 2013, troveranno la loro pensione aumentata. La Corte Costituzionale infatti, oltre a costringere il Governo a restituire parte dei soldi tolti ai pensionati, ha anche sbloccato l’adeguamento delle pensioni all’aumento del caro vita.
Che aumenti sono previsti a settembre?
Come già accennato, tutte le pensioni di importo compreso tra le 3 volte e le 6 volte il minimo, domani avranno una gradita sorpresa in quanto saranno aumentate anche se di pochi euro. Le stesse pensioni che ad agosto hanno visto accreditati i rimborsi una tantum previsti dal Bonus, adesso avranno un primo aumento legato alla mancata indicizzazione ai dati Istat. L’aumento previsto sarà di un importo variabile compreso tra i 3 e gli 8 euro in base all’importo della pensione che si percepisce. Per assegni pensionistici di importo pari a 1.800 euro lordi per esempio, l’aumento previsto sarà di appena 8 euro. E’ questo lo scaglione di pensione che percepirà l’aumento maggiore perché oltre questa soglie, maggiore è la pensione percepita minore sarà il rimborso ottenuto.
Se non è una doccia fredda poco ci manca visto che la platea dei delusi dei rimborsi di agosto era già tanta visto che il Governo ha restituito solo il 12% di quanto realmente tolto ad ogni pensionato. Con questo mini aumento, la situazione non cambia, la maggior parte dei pensionati rimborsati, si sente comunque defraudata.
Questo senza tener conto di quell’altra flotta di pensionati (assegni superiori a 2.800 euro lordi)a cui non è stato restituito niente ad agosto e nessun adeguamento sarà previsto a settembre.
E con l’anno nuovo cosa cambierà?
Aumenti più corposi si avranno con l’anno nuovo visto che per il pensionato da 1.800 euro lordi, sarebbero pronti aumenti di 250 euro all’anno, cioè più di 20 euro al mese.
Le polemiche che accompagnano queste cifre sono sempre le stesse soprattutto da chi è tagliato fuori da qualsiasi forma di rimborso. Infatti per i pensionati con assegni superiori a 6 volte il trattamento minimo, anche per il 2016 niente è previsto. Si tratta di coloro che nel 2011 percepivano 2.810 euro e nel 2012 invece 2.886. Per completare l’analisi infine bisogna anche fare il punto sulle pensioni più basse. Sulla questione blocco Fornero, sentenza e rimborsi, c’è molta confusione per le pensioni sotto le tre volte il minimo. Tutti i pensionati che nel 2011 percepivano assegni inferiori a 1.405 euro al mese non hanno subito il blocco voluto da Governo Monti. Stesso discorso per le pensioni che nel 2012 avevano un importo pari a 1.443 euro. Anche i neo pensionati, cioè quelli che hanno iniziato a prendere la pensione dal 2013 non hanno diritto a niente perché niente gli è stato tolto.