La settimana appena trascorsa ha portato importanti novità relative alla riforma del sistema previdenziale italiano. La discussione continua in maniera incessante tra i vari partiti politici alla ricerca di un sistema flessibile che possa garantire la possibilità di andare in pensione prima del raggiungimento dei requisiti pensionistici. Si parla insistentemente di uscita dal lavoro a 62 o 63 anni con l'applicazione di una penalizzazione del 3 percento per ogni anno di anticipo rispetto ai limiti attuali. Mentre rimane ancora aperta la discussione sulla concessione o meno di un assegno universale per gli over 55.
Diverse questioni da risolvere, come quella dei Quota 96 del comparto scuola
I tecnici del Ministero delle Finanze continuano a dimostrare la loro contrarietà ad ogni tipo di intervento previdenziale, a causa della mancanza delle risorse economiche disponibili. Proprio questo è il motivo del blocco di diverse questioniancora da risolvere come i Quota 96 del comparto scuola e la proroga del sistema contributivo donna. Contrario ai vari interventi che dovessero pesare sulle casse dello Stato anche Enrico Morando, sottosegretario all'Economia. Ma qual'è la posizione del ministro Padoan? Dopo spiragli positivi dimostrati nel mese di luglio, il ministro tace sulla questione, in attesa, probabilmente, dei dati economici che dovrebbero arrivare da parte dei tecnici dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Si aspetta la riunione del 9 settembre in Commissione Lavoro alla Camera
Proprio nei giorni scorsi, Padoan, durante il suo intervento al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, non ha fatto alcun riferimentorelativo alla riforma del sistema previdenziale copiando, in un certo senso, quello che aveva fatto il giorno prima il premier Renzi.
A questo punto, non ci resta che aspettare la riunione del 9 settembre, in Commissione Lavoro alla Camera, dove si discuterà di diverse questioni previdenziali che, se venissero approvate, potrebbero essere inserite già nella prossima Legge di Stabilità.