Ci stiamo avviando verso il rush finale per quanto riguarda le domande di assunzione dei precari della Scuola: le polemiche non accennano a diminuire, soprattutto in relazione a quello che sarà il futuro che la riforma scolastica riserverà ai docenti.

Se l'intento del Ministero dell'Istruzione era quello di creare incertezza, inquietudine e soprattutto 'spaccature', possiamo dire che l'obiettivo sia stato raggiunto al di là degli ultimi dati resi noti da Viale Trastevere in merito a quello che dovrebbe essere il numero delle domande presentate.

Se la scorsa settimana viaggiavamo intorno a quota 30.000, a tre giorni dalla scadenza dei termini, fissati per le 14 del prossimo 14 agosto, le domande inviate, secondo il Miur, sarebbero intorno alle 60-70 mila.

Se questa tendenza sarà confermata nelle prossime ore, il governo non nasconde la possibilità di poter raggiungere il traguardo delle centomila domande di assunzione.

Assunzioni scuola: presentare la domanda è stato come fare un 'salto nel buio'

Eccessivo ottimismo? Probabilmente si, ma non si può assolutamente parlare di 'trionfo' del piano assunzioni perchè la stragrande maggioranza di chi ha deciso ugualmente di presentare la domanda l'ha fatto con la consapevolezza di compiere letteralmente 'un salto nel buio'. Le risposte del Miur, in merito a ciò che accadrà in futuro, sono state molto vaghe e confusionarie, spesso addirittura contraddittorie. I sindacati, invano, si sono appellati ad una maggior chiarezza ma i punti interrogativi restano, eccome.

Domanda di assunzione: accettato un compromesso, comunque

Per chi ha presentato la domanda resta l'amarezza di aver dovuto accettare, comunque e per forza di cose, il compromesso proposto dalla riforma ribattezzata 'Cattiva Scuola', un compromesso che ha fatto soprattutto leva sulla forza della disperazione di chi è stanco di anni e anni di precariato e di incertezza.

Non che il futuro si presenti roseo, intendiamoci: forse per chi è giovane e single (la minoranza) la compilazione della domanda sarà stata meno dolorosa, per la maggioranza decisamente molto meno.

Quella con il Miur non può che essere considerata come 'una partita a dadi', dove le possibilità di vittoria sono esclusivamente affidate al destino e al fortuna: la speranza di ogni singolo precario è il governo non giochi questa partita con dadi truccati...