Venerdì prossimo scadrà il termine per la presentazione della domanda di assunzione e ancora molti dubbi circolano tra gli insegnanti alla ricerca di risposte ai loro quesiti. A dirla tutta, le spiegazioni fornite dal Miur, ovvero le risposte date alle Frequently Asked Questions degli insegnanti, hanno finito per rivelarsi poco esaustive e non molto soddisfacenti.

Naturalmente, l'argomento riguardante le assegnazioni delle sedi di servizio è uno dei più discussi: in particolare è l'estrema incertezza che aleggia intorno ai futuri neo assunti della fase C a destare la maggiore preoccupazione.

Come sappiamo, infatti, gli oltre 55.000 precari che verranno assunti, a partire dal prossimo autunno, saranno nominati giuridicamente, assegnando loro una sede di servizio provvisoria: solo dall'anno scolastico 2016/2017, quando scatterà anche la decorrenza economica del contratto a tempo indeterminato, il docente conoscerà quella che diventerà la sede definitiva.

Scuola, assunzione precari: troppe incertezze sulla sede definitiva

Il principale dubbio è: quante probabilità ci sono che la sede provvisoria diventi poi quella definitiva? L'impressione è che siano molto poche, questo perchè il Miur ha concesso la possibilità ai docenti già immessi in ruolo prima del 1° settembre 2014 di poter presentare domanda di mobilità straordinaria per chiedere l'avvicinamento a casa.

E', dunque, probabilissimo che i neo assunti verranno scalzati dai 'vecchi' insegnanti che potranno, naturalmente, vantare un punteggio più alto, considerando la loro anzianità di servizio.

Assunzione precari e posti sull'organico di fatto: perchè sono stati ignorati?

E qui ci si chiede come mai il Miur non abbia potuto prevedere la possibilità che i nuovi assunti potessero essere immessi in ruolo nella loro provincia di iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento, ovvero sui posti relativi all'organico di fatto.

Sarebbe stato più logico dare 'continuità' all'incarico ricevuto dal docente, autorizzando l'immissione in ruolo nel posto occupato nell'anno scolastico appena terminato.

Una procedura che sarebbe stata, senza dubbio, più logica e decisamente meno legata al caso, al fattore 'lotteria': ancora una volta, non si capisce come mai il Ministero abbia voluto rimescolare le carte, quando si potevano accontentare diversi insegnanti o, comunque, dare loro questa possibilità di scelta.