Abbiamo parlato nei giorni scorsi della novità riguardante il comitato di valutazione docenti, una novità che, per la verità, è stata accolta negativamente dagli insegnanti, soprattutto per i criteri stabiliti dalla riforma Buona Scuola. I docenti non hanno mai disdegnato la possibilità di essere oggetto di valutazione, ma hanno criticato duramente la procedura che verrà adottata negli istituti a partire dal prossimo anno scolastico.

A questo proposito, la Gilda degli Insegnanti ha provveduto a lanciare un appello a tutti gli insegnanti affinchè non si proceda all'elezione del Comitato di valutazione durante il primo collegio ed, eventualmente, ne venga chiesto il rinvio nel caso in cui l'elezione dello stesso fosse già stata inclusa nell'ordine del giorno dello stesso.

Gilda Insegnanti: 'No all'elezione del Comitato di valutazione docenti', ecco perchè

La Gilda degli Insegnanti, tra l'altro, ha sottolineato come il legislatore abbia 'dimenticato' alcuni aspetti importanti legati al Comitato di valutazione: per esempio, nel contenuto della riforma non si fa menzione di alcun termine temporale entro cui il collegio dei docenti è tenuto a nominare il nuovo organo collegiale.

Inoltre, non è stata prevista neppure l'elezione dei membri che potranno agire in qualità di supplenti. Quest'ultimo elemento riveste una particolare importanza, in quanto, l'assenza di uno solo dei componenti del Comitato di valutazione potrebbe bloccare l'attività dello stesso Comitato, dato che si tratta di un collegio perfetto.

Comitato di valutazione dei docenti: i pericoli legati alla conflittualità dei ruoli

Rammentiamo, per amore dell'argomento, che il Comitato di valutazione dovrà comprendere sette membri: il preside dell'Istituto, tre docenti interni, un componente esterno e due genitori (eccetto nella scuola superiore dove un genitore verrà sostituito da uno studente).

Anche la composizione del Comitato di valutazione, ovvero la sua natura, è stata duramente criticata dalla Gilda degli Insegnanti in quanto si ritiene molto alta la possibilità che possano sorgere conflitti di interesse tra chi stabilirà i criteri di attribuzione dei premi destinati ai docenti e chi andrà a beneficiarne (ovvero i docenti stessi).