Uno degli aspetti più criticati della riforma scolastica è, senza dubbio, quello riguardante la valutazione degli insegnanti. Come senz'altro saprete, dall'anno scolastico 2015/2016, i docenti saranno 'sottoposti' al giudizio di un comitato di valutazione che verrà istituito all'interno di ogni Scuola.

Il governo metterà a disposizione duecento milioni di euro che verranno distribuiti agli istituti scolastici di tutta Italia e che, a loro volta, verranno assegnati agli insegnanti che saranno giudicati 'meritevoli' di premio.

E qui cominciano le critiche e le polemiche: quali saranno i criteri da osservare per determinare gli insegnanti più 'bravi'?

Regole chiare e trasparenti, ma i dubbi sull'imparzialità dei giudizi continuano ad aumentare a mano a mano che ci avviciniamo all'inizio del nuovo anno scolastico.

Comitato di valutazione docenti: composizione e criteri di giudizio

Partiamo dalla composizione del comitato. Questo sarà composto (ovviamente) dal dirigente scolastico, da tre insegnanti interni, da due genitori (nelle scuole superiori uno studente prenderà il posto di uno dei due genitori) e un componente esterno, scelto comunque tra docenti e presidi.

Il fondo premiale dovrebbe aggirarsi, in media, intorno ai 25 mila euro per ciascuna scuola e sarà compito del comitato stabilire i criteri per la ripartizione dello stesso.Se da una parte l'impegno aggiuntivo dell'insegnante potrà essere 'quantificato', dall'altra sarà molto più difficile esprimere giudizi sulla qualità dell'attività didattica.

L'inevitabile arrivo di 'favoritismi' e di'raccomandazioni' sono già stati ampiamente 'pronosticati' dagli insegnanti e la stragrande maggioranza di loro ha già espresso parere decisamente negativo sulla novità introdotta dal governo.

Valutazione e merito docenti: gli insegnanti non vogliono elemosina

Gli insegnanti hanno giudicato 'ridicolo' questo 'bonus extra', specie se si considera il fatto che lo stipendio del personale scolastico è 'congelato', ormai, da diversi anni per effetto del blocco contrattuale: invece di pensare ad un adeguamento della busta paga, il governo si è inventato un'elemosina che non gioverà a nessuno, anzi semmai contribuirà a generare un po' dappertutto astio e conflittualità interna.

Senza contare che molti docenti neo assunti, prima d'ora, non hanno mai messo piede in un'aula: qui, però, corriamo il rischio di addentrarci nei meandri di altri problemi connessi alla Buona Scuola renziana.