Sempre più probabile che non ci sarà una riforma Pensioni nel 2015, al massimo una flessibilità in uscita con penalità per la pensione anticipata in modo che sia a costo zero o quasi per lo Stato: niente Quota 41 per i lavoratori precoci (un miglioramento rispetto ai 41/42 anni e 10 mesi che scatteranno nel 2016, col ritorno delle penalità dal 2018 tra l'altro), misere possibilità per qualcosa tipo l'anticipata a Quota 97 con penalità (ma di certo più alta del 2% proposto da Damiano), proroga Opzione Donna quasi impossibile, fondi per la settima salvaguardia esodati usati per cancellare la Tasi.
Dopo le ultime notizie dei giorni passati, ovvero le conferme da importantissimi esponenti del governo Renzi che se si farà una riforma pensioni non sarà quest'anno con la Legge di Stabilità, arrivano anche i dati della relazione “Tendenze di medio-periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” della Ragioneria Generale dello Stato e quelli sulla situazione economica europea del comitato di politica economica del Consiglio Ecofin. Nel frattempo però Cesare Damiano continua imperterrito a pressare il governo su esodati e Opzione Donna, ma forse è l'ultimo che ancora ci crede.
Ultime pensioni oggi 15 settembre: riforma, i dati economici e previdenziali non la consentono
Cambiare la Legge Fornero e introdurre un certo tipo di flessibilità in uscita (cioè una pensione anticipata più facile e senza troppe penalizzazioni) non è possibile, se non colpendo la precaria salute dei conti pubblici raggiunta anche grazie a questa legge: è ciò che emerge dall'analisi dei dati su menzionati, cosa che l'UE sta già da mesi dicendo molto chiaramente al governo Renzi.
L'esecutivo dell'ex sindaco di Firenze è sostanzialmente d'accordo e lo ha fatto capire all'Italia tutta.
L'analisi dell'Ecofin riconosce i risultati delle riforme italiane degli ultimi anni, ma la spesa previdenziale è ritenuta troppo alta, anche superiore a quella stimata dai tecnici contabili italiani dal 2020 al 2032 a causa della debole crescita del PIL, in miglioramento solo nei decenni seguenti.
Si segnala una riduzione delle uscite per la previdenza nel periodo 2015/20 (positivo effetto Legge Fornero?), poi anche a causa dell'invecchiamento della popolazione i dati peggioreranno, come detto.
Molto forte l'influenza dell'andamento economico negli anni 2020-2034: i dati Ecofin sono più negativi di quelli della Ragioneria di Stato, in particolare per l'occupazione.
Invece i dati delle analisi europee sulla situazione immigrati sono più favorevoli di quelli elaborati dai tecnici italiani, nel senso che ci saranno più immigrati in entrata (348mila invece di 250mila nel 2020, 382mila invece di 220mila nel 2030) che “ci daranno una mano” col loro lavoro e le loro tasse.
Insomma, l'UE preme perchè non si tocchi l'attuale situazione previdenziale che aiuta a tenere in salute i precari conti italiani.
Notizie esodati e Opzione Donna: Damiano insiste ancora
In tutto ciò, e dopo la chiara presa di posizione del governo Renzinegli ultimi giorni, il buon Cesare Damiano insiste e fa la voce grossa su settima salvaguardia esodati e proroga Opzione Donna: “Condividiamo i contenuti e gli obiettivi della mobilitazione [di oggi 15 settembre davanti al MEF, organizzata dai comitati Opzione Donna e Esodati con l'appoggio del gruppo Lavoratori Precoci e dei sindacati], riteniamo che le risorse risparmiate debbano rimanere nel Fondo esodati per consentire la settima salvaguardia e la correzione della circolare restrittiva dell'Inps sulla Opzione Donna.
Questi nuovi provvedimenti di salvaguardia e correzione vanno fatti prima della Legge di Stabilità ... Se qualcuno ha in mente di utilizzare risorse destinate ai lavoratori per altri scopi, è meglio che lasci perdere”.
Questo quanto scritto nel suo sito cesaredamiano.org in data 14 settembre. Secondo voi sogna ad occhi aperti oppure ha qualche possibilità di ottenere qualcosa dal governo del “suo” PD ?