Il governo Renzi sembra in confusione sulla flessibilità in uscita per la pensione anticipata, ovvero il nodo centrale della ventilata riforma delle Pensioni 2015: se nella giornata di lunedì le dichiarazioni del ministro Padoan, rilasciate a Quotidiano Nazionale il 4 settembre e rilanciate da La Repubblica, hanno scatenato il putiferio (“riforma pensione anticipata forse non quest'anno”), non da meno hanno fatto quelle del ministro Poletti di poco tempo addietro (“la flessibilità può non essere a costo zero … penalizzazioni sostenibili”). Oggi 8 settembre invece tengono banco le dichiarazioni di Matteo Renzi durante l'intervista a Porta Porta di Bruno Vespa: riforma pensioni e flessibilità sì, ma a costo zero.

Insomma, situazione ingarbugliata o strategia ad hoc? I soldi ci sono o non ci sono?

Ultime pensioni: le dichiarazioni di Renzi, Padoan, Poletti su riforma pensione anticipata e flessibilità in uscita

Andiamo con ordine, anche se volendo non ce ne sarebbe bisogno che tanto la confusione regna sovrana. Oppure che sia un'apposita strategia comunicativa per arrivare alla fine a dire “ok vi concediamo la pensione anticipata cambiando le regole della Legge Fornero... ma con penalizzazioni per precoci e per tutti”? Purtroppo non resta che attendere ed eventualmente protestare.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, candidamente dichiarò l'ultima settimana di agosto che “i lavoratori devono abituarsi a vivere con meno”, frase che di per sé, per quello che mi riguarda, sarebbe da dimissioni immediate.

Poi in un'intervista a Il Corriere della Sera del 2 settembre ha dichiarato “Bisogna reintrodurre un certo grado di flessibilità sulle pensioni perché tenere le persone dentro le aziende è uno dei fattori che impedisce ai giovani di trovare un lavoro... Secondo me non deve essere per forza a costo zero, le penalizzazioni non possono essere insostenibili” [cfr l'articolo Penalità pensione, cosa ha detto Poletti].

Insomma, per Poletti la riforma delle pensioni deve concedere la pensione anticipata con penalità, seppur non troppo elevate (quanto sarebbe questo troppo?), comunque è meglio che i lavoratori pensionandi si abituino all'idea...

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in data 4 settembre ha rilasciato un'intervista a Quotidiano Nazionale nella quale ha affermato testualmente “La flessibilità in uscita dal mondo dal lavoro è importante ma non è detto che l’affronteremo quest’anno.

Non dobbiamo dimenticare i tagli di tasse permanenti già introdotti con la manovra precedente”. Frase che, rilanciata lunedì 7 settembre da La Repubblica ha scatenato le ire dei lavoratori precoci e di tutti quelli in attesa di novità sulla pensione anticipata, i cui requisiti sono stati decisamente appesantiti dalla Legge Fornero [cfr l'articolo Padoan rinvia la riforma pensioni?].

Il premier Matteo Renzi è stato ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta sempre ieri 7 settembre: ha ribadito come Padoan l'importanza del taglio delle tasse, principale obiettivo a cui destinare le risorse finanziarie disponibili (già lo avevo scritto in articoli precedenti, da ultimo Riforma pensioni e altre priorità per il governo), affermando che la flessibilità in uscita per la pensione anticipata, la riforma pensioni, si farà ma a costo zero.

Quando? Come? Ah boh... anche in questa occasione è stato parecchio evasivo.

Ripeto, non so se ci sia davvero confusione nel governo o se sia una strategia studiata, l'unica certezza è che non facendo nulla i requisiti per la pensione anticipata, validi anche per i lavoratori precoci, dal 2016 saranno più pesanti come regolato dalla Legge Fornero (da 41/42 anni e 6 mesi di contributi a 41/42 anni e 10 mesi di contributi); lo stesso quelli per la pensione di vecchiaia.