Nel mentre gli esodati e le donne “piangono”, non ridono di certo i lavoratori precoci. Questa categoria di “giovani” lavoratori, difatti, attende da tempo, difatti la questione è pendente ormai da anni, segnali di fumo bianco dal governo, che consentano loro di andare in pensione avendo raggiunto i 40 ed oltre di contributi versati. Il problema sta, pur avendo raggiunto i requisiti contributivi, nel non aver raggiunto i requisiti anagrafici previsti dalla vigente legge Fornero del Governo Monti del 2011.

Interrogazione di deputati P.D. al governo per il pensionamento dei precoci con 41 di contributi

Una ciambella di salvataggio in loro soccorso viene loro lanciata da alcuni deputati del Partito Democratico che dalla Commissione Lavoro sottoscrivono un'interrogazione (C. 5/06289 dell'8 settembre prima firmataria la deputataEleonora Cimbro) rivolta al Governo in cui chiedono all'esecutivo di chiarire la posizione circa la possibilità di approvare l'uscita a 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica, per i lavoratori precoci. I deputati, proprio per l'approssimarsi della discussione e conseguente approvazione della Legge di Stabilità 2016, chiedono, inoltre, nell'ambito del capitolo più ampio della flessibilità in uscita che la vicenda dei precoci venga tenuta nella debita considerazione, con la ricerca di risorse e l'applicazione di misure che consentano a questi lavoratori di essere finalmente collocati a riposo.

Il ddl Damiano come ancora di salvezza per i precoci, lo chiedono i parlamentari P.D.

Ricordiamo che vengono considerati lavoratori “precoci” coloro che possono vantare almeno un anno di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età e molti di questi hanno iniziato a lavorare anche a 14 anni:stando alle norme vigenti potrebbero andare in pensione entro la fine del 2015 con 42 anni e sei mesi di contributi, le donne con un anno in meno.

La situazione va a peggiorare dal 2016, in quanto agli anni previsti oggi si vanno ad aggiungere altri quattro mesi, aumentando ancora negli anni a seguire, in base alle aspettative di vita. I deputati piddini, firmatari dell'interrogazione, indicano anche la possibilità, per i lavoratori con almeno 41 anni di anzianità contributiva, prescindendo dall'età anagrafica, di poter andare in pensione secondo la proposta del ddl 857 a firma di Damiano-Baretta. Vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione. Intanto voi per essere sempre aggiornati sulla vicenda, cliccate su “segui” posto in alto sopra al titolo.