Non si placa la calura di questi giorni, così come non si placano le infuocate discussioni intorno alla riforma pensioni. Ogni giorno si susseguono nuove dichiarazioni e nuovi interventi di esponenti politici che rendono ancora più accesa la diatriba previdenziale: mentre al Governo sembra ancora regnare il caos più totale ed il Mef é alle prese con l'istruttoria per comprendere quali proposte sulla flessibilità in uscita possano essere realizzabili, i lavoratori, specie i precoci e le donne, sembrano avere le idee molto chiare su quello che vorrebbero veder approvato dal Governo Renzi.
Novità Riforma pensioni, le richieste delle donne: due gruppi e due richieste diverse
Come riporta PensioniOggi la 'battaglia' previdenziale di questi due gruppi di lavoratori si sta svolgendo anche sul web, dove i 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti ' e le lavoratrici unite del 'Comitato Opzione donna' stanno incalzando quotidianamente con email e lettere i vari esponenti dell'esecutivo al fine di far sentire la propria voce prima delle Legge di Stabilità. E' inoltre nato di recente un altro gruppo coeso 'opzione donna proroga al 2018' che confida non solo che le colleghe riescano attraverso la class action ad ottenere la proroga al 31/12/2015 ma sperano questa possa essere estesa al 2018.I due gruppi, fanno presente le referenti, sono nati comunque per due questioni ben distinte: il primo nasce con l'obiettivo di far rispettare un diritto già acquisito dalla legge 243/2004 che non può essere modificata in corso da due circolari Inps la 35 e la 37 del 2012, delle quali è stata richiesta la cancellazione dinanzi al Tar del Lazio.
Il secondo, molto più ridotto in termini di numerosità, nasce invece con lo scopo di proporre al Governo di estendere l'Opzione Donna almeno fino al 2018, al fine di consentire anche ad altre lavoratrici di poter uscire prima per dedicarsi finalmente ai nipotini o ai genitori anziani.
Ultime su Riforma pensioni al 23/7: le richieste dei lavoratori precoci
Dal canto loro i lavoratori precoci sul web fanno presente che l'unica via di fuga attualmennte perseguibile è il ddl 857 di Damiano che permetterebbe loro, attraverso l'approvazione della Quota 41, di accedere alla pensione senza subire penalizzazioni legate all'età.
Il ddl 857 consentirebbe, infatti, sia la Quota 97 (pensione a 62 anni d'età più 35 di contributi con una penalizzazione massima dell'8%), sia la quiescenza piena per i precoci a 41 anni di contributi versati.
I lavoratori precoci e le lavoratrici donne hanno le idee ben chiare e ci tengono ad esprimerle in tutti modi all'esecutivo Renzi. Servirà la loro unione sul web? Internet potrebbe avere lo stesso effetto di una manifestazione a Roma in termini di visibilità e di ottenimento dei risultati?