Insegnare italiano all'estero non è qualcosa che si può improvvisare: sì, perché detto così sembra anche facile, ma insegnare 'qualcosa' a delle persone che non conoscono la tua lingua comporta la conoscenza 'almeno' di una lingua veicolare, con la quale poter spiegare 'ciò che dovete insegnare'. Ci avete mai pensato? Non è infatti possibile pensare che insegnare l'italiano, anche se la nostra lingua madre, sia semplice e che non sia necessario avere una formazione. Ecco dunque in sintesi 5 cose da mettere in conto per avere successo nel caso in cui si è deciso di intraprendere l'avventura dell'insegnamento di italiano L2 in considerazione della a breve introduzione della nuova classe di concorso nell'ambito scolastico.
Italiano L2: 5 cose da mettere in conto
Il Miur ha in questi ultimi mesi dichiarato l'introduzione di una classe di concorso specifica per l'insegnamento della lingua italiana agli stranieri, l'italiano L2, indicandola con la denominazione A-23. Un passo avanti per i docenti che da anni hanno intrapreso questa strada, ma che non si trovano inseriti in nessuna graduatoria, - come per gli insegnanti delle altre cdc - o per i neolaureati a cui piacerebbe insegnare la propria lingua agli stranieri. Con nuova cdc proposta dal Ministero la prima cosa da mettere in conto è che non tutte le lauree permettono di accedere, ma solo quelle che hanno a che fare direttamente con l'insegnamento (piano di studi con esami per l'insegnamento).
La seconda cosa da mettere in conto è che per insegnare l'italiano agli stranieri è necessario conoscere un'altra lingua, meglio se inglese o francese, ma anche spagnolo, che costituiscono le lingue principali per poter comunicare con la vostra classe, altrimenti sarà davvero difficile spiegare la grammatica italiana in una lingua che i vostri alunni non conoscono.
La terza cosa da mettere in conto, direttamente collegata con il fattore linguistico, è la necessità di una lingua veicolare, ma ancor meglio la lingua madre degli studenti a cui andrete a insegnare l'italiano: sarà da mettere in conto la frequentazione di un corso di lingua, per apprendere le competenze linguistiche, ma anche per ottenere la certificazione necessaria, in alcune scuole, per insegnare.
La quarta cosa da mettere in conto è infatti quella che tutti gli stai sono differenti in materia di reclutamento degli insegnanti per italiano L2: alcuni richiedono una certificazione della conoscenza della lingua del posto; altre istituzioni, richiedono esperienza pregressa nell'insegnamento agli adulti per esempio; altre richiedono l'abilitazione all'insegnamento del posto, come in Inghilterra il TIAFL. L'ultima cosa da mettere in conto ma non per importanza è la logistica: molte scuole sono maggiormente propense ad accettare insegnanti di italiano L2 che si trovino già in loco al momento della ricezione del cv e della convocazione: fateci un pensiero per non perdere un possibile incarico.
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