In questi mesi la disoccupazione per i lavoratori stagionali, la Naspi, è diventata una vera e propria barzelletta all’italiana. Molti lavoratori del settore turistico, i cosiddetti stagionali, non ci stanno capendo nulla. Come fu varato, il nuovo ammortizzatore sociale penalizzava i lavoratori stagionali riducendo la durata del sussidio. In un secondo momento, avendo capito il grave errore che fu fatto, il Governo e l’Inps corsero ai ripari e si diceva che con una circolare dell’Istituto di Previdenza Sociale, i lavoratori venivano salvaguardati, almeno per quest’anno.

Il sospiro di sollievo che molti avevano tirato è parzialmente rimasto in gola a tanti, almeno da quello che si evince dalle lamentele e ricorsi che stanno pervenendo all’INPS ed ai patronati e centri di assistenza autorizzati.

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La storia è arcinota:il calcolo di importo e durata dell’ammortizzatore, esteso ai precedenti 4 anni di lavoro, con l’aggiunta dell’eliminazione dei periodi già coperti da ASPI, penalizzava gli stagionali. La vita dello stagionale, da sempre, si basa sul lavoro nel periodo estivo (da 4 a 6 mesi) per poi usufruire della disoccupazione nel periodo invernale, quando le strutture turistiche sono chiuse. È logico che tutti gli stagionali abbiano già percepito le indennità per gli anni precedenti e se queste cancellano il lavoro svolto negli anni precedenti, a questi soggetti tocca la metà delle settimane lavorative dell’ultimo anno.

In parole povere, se uno ha lavorato solo 4 mesi questa estate, la Naspi spetterebbe solo per due mesi, a fronte dei 24 mesi che percepirebbe un lavoratore che ha lavorato magari in fabbrica per tutti questi 4 anni. L’anomalia sta già nella norma, che non ha tenuto conto di questa fattispecie di lavoratori. L’errore macroscopico è saltato agli occhi dei legislatori che in solido con l’INPS, hanno corretto il tiro, concedento per il 2015, la bonifica dei periodi precedenti già coperti da altre disoccupazioni.

Almeno sulla carta, perché sul campo, gli effetti non si vedono, la circolare di salvaguardia c’è, ma non viene applicata.

Perché nonostante il correttivo ai lavoratori arrivano le briciole?

Le associazioni di categoria, i comitati di lavoratori ed i gruppi che si sono costituiti in rete denunciano il fatto che, nonostante la circolare esista, il programma di calcolo dell’INPS non la recepisce, non la mette in pratica.

Infatti, nonostante la salvaguardia concessa, molti stagionali continuano a percepire la Naspi ridotta come se nulla sia stato fatto. Sta nascendo un contenzioso tra lavoratori ed Istituto proprio su questo punto, tanto è vero che sembra sia indetto un presidio a Montecitorio per il prossimo 12 novembre: l'obbiettivo della manifestazione, oltre che rimarcare la salvaguardia di quest’anno, punta a renderla effettiva anche per gli anno successivi. L’INPS dal canto suo è stabile sulla posizione originaria, il software non presenta problemi e risponde alle associazioni dicendo che la circolare viene regolarmente applicata. Per i soggetti che non hanno ricevuto la Naspi o che l’anno ricevuta per poche settimane, il problema è da ricercare sulla storia lavorativa di ogni soggetto, che evidentemente non avevano i requisiti per ottenere un sussidio più lungo.