“Triste il mio destino” recitava una canzone, ma rispecchia esattamente lo stato d’animo dei lavoratori stagionali, del turismo, quelli termali ed i collaboratori domestici. La Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione non fa stare tranquilli i lavoratori che tra circolari Inps, smentite e discussioni, non si raccapezzano più. Una volta esistevano la disoccupazione con Requisiti Ridotti o quella Ordinaria, poi diventate ASPI e Mini ASPI ed almeno dal punto di vista normativo e di calcolo erano abbastanza chiare. Con questa invece barcamenarsi è molto difficile anche per gli operatori previdenziali o per i Centri di Assistenza che non riescono a dare spiegazioni chiare agli utenti e non per loro colpa.

I sindacati invitano a revisionare l’apparato della Naspi

I sindacati CGIL, CISL e UIL, insieme, stanno invitando il Governo a rivedere questo ammortizzatore sociale che a loro dire (ma non solo) è altamente penalizzante per alcune categorie di lavoratori. Parliamo di quelli del settore alberghiero, i cosiddetti stagionali o dei collaboratori domestici. Se per i primi il rischio è di percepire poco rispetto agli standard abituali di disoccupazione, per i secondi il rischio è di non percepirla affatto. La Legge di Stabilità appena varata non ha inserito niente sul capitolo ammortizzatori sociali, tutto è fermo al decreto di riordino, il 148/2015 che è entrato in vigore il 24 settembre. Il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Damiano, in una intervista di alcuni giorni fa ha manifestato il suo interesse alla situazione creatasi sulla Naspi ed ha promesso di mettere in agenda la discussione durante i passaggi in Parlamento della Legge di Stabilità.

Stagionali, a che punto siamo

Gli stagionali sono tra i più colpiti dal nuovo ammortizzatore sociale. Il calcolo del sussidio, esteso agli ultimi 4 anni, consente di percepire un importo pari alla metà delle settimane effettivamente lavorate nel quadriennio di osservazione escludendo le settimane già coperte dalla Aspi o Mini Aspi.

Proprio quest’ultimo tassello fa si che la maggior parte dei lavoratori perda gran parte del beneficio, che si ridurrebbe alla metà delle settimane lavorate quest’anno. Il decreto di riordino degli ammortizzatori sociali, cui facevamo riferimento prima, ha bonificato i periodi coperti da altri ammortizzatori sociali, rendendoli utili al calcolo della Naspi.

Il problema sollevato dai sindacati è che questo benefit, vale solo per il 2015, dal prossimo anno gli stagionali non percepiranno che pochi giorni di sussidio. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, il decreto deve diventare strutturale, deve far parte del pacchetto normativo della Naspi e non essere solo un decreto straordinario che metta una pezza solo per quest’anno.

Colf, badanti e domestici

Discorso ancora più grave per quest’altra categoria di lavoratori, i domestici che rischiano di non percepire alcuna disoccupazione. Questo per via della particolare tipologia di lavoro che svolgono e per un cavillo normativo inserito nel testo di Legge che ha accompagnato il nuovo sussidio. Il punto focale del problema è che per percepire la Naspi, i lavoratori dovrebbero poter far valere almeno 5 settimane di lavoro nei 12 mesi precedenti alla fine dell’attività lavorativa.

Le settimane sono considerate utili al requisito solo se il lavoratore ha lavorato per almeno 24 ore per ognuna. Sotto queste ore niente sussidio esu questo cavillo battono i sindacati, rendere valide anche le settimane sotto la soglia.