Il debito pubblico italiano da qui al 2040 è stato messo in sicurezza anche grazie alle ultime riforme delle Pensioni: sono queste le conclusioni a cui si giunge sulla base degli elementi forniti all'interno del Documento di programmazione di bilancio elaborato dai tecnici del Mef e riguardante l'analisi dei dati sui conti pubblici. Secondo le elaborazioni del Ministero dell'economia, gli ultimi provvedimenti presi in tema di previdenza risalenti al 2011 sarebbero stati essenziali per garantire la sostenibilità del debito, che diversamente avrebbe registrato un incremento del 140% entro i prossimi tre decenni.
Uno scenario che avrebbe destato non poche preoccupazioni sull'effettivo funzionamento dell'apparato pubblico. Ma se da un lato i conti sono stati messi in sicurezza, dall'altro bisogna sottolineare come le misure di inasprimento di accesso alla quiescenza hanno significato anche la creazione di un'ampia area di disagio nella popolazione. Mentre il necessario intervento strutturale di flessibilità viene rinviato ancora una volta a data da destinarsi, continuano infatti a salire i requisiti anagrafici di accesso all'Inps, che a partire dal prossimo 1° gennaio 2016 richiederanno 4 mesi in più di lavoro.
Pensioni 2016, scatta il meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita
A conferma di quanto appena anticipato, possiamo osservare in che modo funzionerà il nuovo innalzamento dell'asticella anagrafica alla quale si lega la possibilità di accedere alle tutele pensionistiche dell'Inps. Nel caso in cui la legge di stabilità 2016 non apporti dei nuovi correttivi, a partire dal 1° di gennaio serviranno 42 anni e 10 mesi per poter maturare l'uscita secondo l'anzianità contributiva (fermo restando i 12 mesi in meno per le pensionande di sesso femminile), mentre la pensione di vecchiaia richiederà di raggiungere almeno i 66 anni e 7 mesi di età. In quest'ultimo caso, resta valido anche il requisito del cumulo contributivo, ovvero 20 anni di versamenti, che si riducono di cinque anni per i lavoratori quindicenni.
Ai cosiddetti usuranti sarà invece richiesto di arrivare ai 61 anni e 7 mesi di anzianità, previo il versamento di 35 annualità di contribuzione all'Inps.
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