Siamo solo ad ottobre, ma per moltissimi docenti di ruolo il pensiero è già rivolto alle operazioni di mobilità 2016/2017. Un aspetto mai come quest'anno vissuto con ansia e apprensione dagli insegnanti desiderosi di riavvicinarsi a casa. Tra le novità introdotte dalla ormai celebre legge 107, un posto particolare occupa infatti proprio la mobilità del personale docente, dal momento che i criteri fin qui seguiti risultano completamente stravolti. Un cambiamento di cui però la stessa legge 107 non delinea con sufficiente chiarezza né i criteri né le modalità, aprendo di fatto la strada a un estenuante valzer di azzardi, conferme e smentite.

Il CCNI sulla mobilità 2016/2017

Tra le pochissime certezze vi è il fatto che nessuno dei dubbi potrà essere chiarito finché non verrà definito il nuovo Contratto Nazionale sulla mobilità. E i tempi dell'operazione saranno tutt'altro che brevi. Al momento infatti, è stato fissato soltanto l'incontro preliminare tra MIUR e sindacati per definire il calendario delle contrattazioni, previsto per il prossimo 4 novembre. Soprattutto, se negli anni precedenti la procedura si limitava a una semplice limatura di normative consuete, questa volta occorrerà declinare le fin troppo generiche indicazioni della legge 107. Operazione estremamente delicata che si muoverà nel terreno minato di un provvedimento che, al momento, lascia tutti scontenti.

Gli ambiti territoriali

In attesa che il tutto venga definito, al momento è possibile basarsi esclusivamente sulle poche certezze contenute nel testo della legge, anziché azzardare ipotesi che, il più delle volte, risultano utili soltanto ad alimentare vane speranze. Tra queste certezze il fatto, chiaramente espresso dal comma 73, che a partire dall'anno scolastico 2016/2017 la mobilità opererà tra ambiti territoriali .Non sono invece chiari né la modalità, né i tempi di definizione degli ambiti stessi.

Sappiamo soltanto che tali ambiti avranno un'estensione inferiore alla provincia e che dovranno essere definiti entro il 30 giugno. Ma visto che le operazioni di mobilità saranno avviate in primavera, i docenti interessati dovranno produrre domanda di trasferimento al buio, vale a dire per un ambito di cui ignorano l'entità e l'effettiva disponibilità di posti.

E nonostante anche fino ad ora le richieste di modalità venivano prodotte senza reale conoscenza dei posti disponibili, c'era almeno la certezza di conservare la propria sede di titolarità. Un'altra disposizione abbastanza chiara contenuta nella legge 107 infatti, prevede l'automatica perdita di titolarità al momento della domanda di trasferimento.

La chiamata diretta e il ruolo degli USR

Altra certezza è che i docenti, contrariamente a quanto sempre avvenuto, non sceglieranno le singole scuole. La scelta delle istituzioni scolastiche infatti, come espresso dal comma 79, avverrà in un secondo momento e saranno i dirigenti scolastici a selezionare i docenti sulla base dei curriculum. Gli insegnanti, al massimo, potranno proporsi alle scuole dell'ambito tramite colloquio e saranno soltanto quelli che avranno ricevuto più proposte di assunzione a poter scegliere dove lavorare.

Coloro che, viceversa, non riceveranno alcuna proposta, saranno collocati d'ufficio nei posti residui dagli USR. Anche, recita lo stesso comma 79, in una classe di concorso differente da quella di titolarità.

Lo zelo dei sindacati

Una delle voci più insistenti di questi giorni, alimentata da alcuni sindacalisti particolarmente spericolati, recita che i docenti assunti in ruolo prima della riforma avranno la possibilità di partecipare a un'ultima mobilità con le vecchie regole: scelta di provincia e scuole, conservazione della sede di titolarità in caso di rifiuto. Una notizia che non trova al momento conferma in nessuna sede ufficiale, puntualmente smentita dal contenuto della legge. L'unica certezza in merito è infatti che i docenti assunti entro il 01/09/14 avranno, nella mobilità straordinaria, priorità di scelta rispetto ai neoassunti.