Lavoro e previdenza sociale: il salario minimo divide i sindacati italiani in Europa, ma in Italia dal 5 al 15 ottobre Cgil, Cisl e Uil saranno impegnati in una lunga mobilitazione unitaria contro il Governo Renzi per la riforma Pensioni. Mentre a Roma si presentano uniti nel chiedere con forza l'inserimento di nuovi criteri di flessibilità per l'uscita anticipata dal lavoro, le divisioni tra Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo sono emerse nel corso del congresso della Confederazione europea dei sindacati che si è concluso venerdì scorso a Parigi con l'elezione a segretario del giovane Luca Vicentini, sindacalista della Uil che per i prossimi quattro anni sarà al vertice della Ced.

Lavoro, il salario minimo divide i sindacati italiani

La Cgil di Susanna Camusso ha proposto un emendamento al documento finale al congresso della Ced per l'avvio di un "percorso di armonizzazione per arrivare gradualmente a un salario minimo, in funzione anti dumping. Alla fine l'emendamento è stato ritirato sia per il no del blocco nordico dei sindacati sia per le perplessità di Cisl e Uil, non proprio convinte a sostenere l'idea di una salario minimo in Europa. Il timore era, come racconta il Corriere della Sera oggi in edicola, che l'ok all'emendamento della Cgil avrebbe fatto largo alla sua introduzione in Italia. Proposta che non dispiacerebbe al premier Matteo Renzi, ma che non convince Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo i quali temono che il salario minimo possa dare il colpo mortale alla contrattazione, e dunque alle stesse organizzazioni sindacali.

Ma al momento la questione sembra si stata accantonata.

Pensioni, al via mobilitazione unitaria Cgil Cisl Uil

Cgil, Cisl e Uil danno il via oggi (5 ottobre) alla mobilitazione unitaria di dieci giorni consecutivi per sollecitare misure per la flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro nel quadro della legge di Stabilità 2016 che sarà presentata in consiglio dei ministri il prossimo 15 ottobre.

I sindacati, oltre alla risoluzione delle questioniesodati e quota 96 scuola sollecitano nuove forme di pensione anticipata per uomini e donne senza gravi penalità. L'esecutivo è al lavoro anche su questo e a quanto pare non vuole deludere le attese. Secondo le ultime notizie che trapelano dalle riunioni tra Palazzo Chigi e il Mef tra le soluzioni che più quotate dal governo quella della pensione anticipata a 63 anni (anziché i 66 anni attualmente previsti dalla legge Fornero) con 35 di contributi, ma con una penalizzazione del 4% sugli assegni mensili. Piacerà questa soluzione ai sindacati?