Nuovo importante capitolo della riforma Pensioni, con un possibile inserimento del prestito pensionistico all'interno della Legge di Stabilità 2016, il cui testo attualmente èal vaglio dell'aula del Senato. Fin qui sono tre gli interventi previdenziali che il governo ha introdotto nella manovra finanziaria, manovra che, come spiegato da Damiano in tempi non sospetti, non è da considerarsi un totem. Tra questi, hanno avuto grande risalto negli ultimi giorni i provvedimenti per gli esodati e l'Opzione Donna, con la settima salvaguardia e la mancata proroga che hanno scontentato un po' tutti, sia i 20 mila esodati circa rimasti fuori dalla salvaguardia definitiva sia le lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 1957 o 1958.

Alla luce delle recenti dichiarazioni della senatrice Zanon, appartenente allo schieramento del Partito democratico, si aprono concretamente le porte all'arrivo del cosiddetto prestito previdenziale, idea che, a corrente alternata, ritorna spesso e volentieri sul tavolo del governo, salvo poi essere sempre scartato. Stavolta potrebbe essere, volendo usare un termine caro al premier Renzi, davvero la volta buona. Nel frattempo non si spengono le polemiche dei quota 96, un'altra delle categorie più colpite dalla Legge Fornero, coloro i quali rientrano tra gli esodati della scuola, la cui questione non è stata, dopo anni, risolta in via definitiva dai governi, sia quello attuale che gli altri che l'hanno preceduto, una polemica che trova quello che possiamo definire un punto d'arrivo nella lettera pubblicata dal sito orizzontescuola al Comitato lavoratori Quota96 scuola.

Rimangono poi inalterati i motivi della protesta della categoria dei lavoratori precoci, anche lei 'dimenticata' dall'esecutivo, che ha rinviato ogni discorso legato alla riforma nel 2016, quando, e qui la beffa è enorme, per i precoci sarà realtà la possibilità di andare in pensione soltanto dopo 42 anni e 10 mesi, a fronte dei già tanto criticati 42 anni e 6 mesi.

Pensioni, in vista della riforma ecco il prestito pensionistico

Se è vero che per la riforma pensioni occorrerà aspettare il 2016, è altrettanto vero che nelle ultime ore si registrano importanti segnali di apertura da parte dello stesso Partito democratico nei confronti di alcuni interventi previdenziali nella manovra finanziaria che andrebbero ad aggiungersi alla già citata settima salvaguardia per gli esodati e l'Opzione Donna, senza dimenticare la no tax area e il part time a 63 anni.

Nello specifico ci stiamo riferendo al prestito pensionistico, una soluzione di cui si era parlato con insistenza nelle settimane precedenti all'intervista di Renzi durante la trasmissione condotta da Fazio, Che Tempo che Fa. Come spiegato in quei giorni, il prestito previdenziale prevederebbe la possibilità da parte del lavoratore di chiedere, 3-4 anni prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, all'azienda i contributi e una quota della pensione, con quest'ultima che dovrebbe poi essere restituita dal lavoratore tramite l'Inps, secondo quanto sottolineato da Il Giornale nell'articolo 'Pensioni, la trovata di Padoan: il prestito è a carico dell'azienda' pubblicato da Sergio Rame. Quanto credete sia utile questa misura qualora venga introdotta nella prossima Legge di Stabilità? Può essere il prestito pensionistico la soluzione ai problemi?