L’ultimo intervento di Cesare Damiano sul tema della riforma pensioni per il 2015-2016 è stato particolarmente interessante nella misura in cui permette di fare una serie di riflessioni sullo stato della previdenza in Italia. Le ultime news che vengono dal governo Renzi sembrano indicare che una qualche misura di flessibilizzazione dell’età pensionistica verrà inserita all’interno della Legge di Stabilità 2016, ma è altrettanto chiaro come la questione a questo punto verta su quale tipologia di uscita anticipata si intende mettere in campo. Intanto, come ricorda lo stesso Cesare Damiano, restano irrisolte in maniera ‘incredibile’ due situazioni che, pur non avendo costi aggiuntivi per le casse dello Stato, non vengono affrontate e, anzi, si tenta di rinviarle a data da destinarsi: si tratta della settima salvaguardia degli esodati e della proroga dell’Opzione Donna.
Entrambe le misure, infatti, avrebbero già le loro coperture: la salvaguardia sarebbe pagata con i risparmi del Fondo Esodati, mentre l’Opzione Donna, prevedendo il contributivo, non avrebbe costi aggiuntivi nella misura in cui l’assegno pensionistico verrebbe appunto liquidato sulla base dei contributi effettivamente versati.
Ma non è tutto: mentre si discute di riforma strutturale delle Pensioni, ci si dimentica del tutto della situazione dei lavoratori con partita IVA. Per il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera infatti, il governo Renzi dovrebbe bloccare i contributi previdenziali di questa categoria all’attuale 27% per poi abbassarli gradualmente al 24%. Un’altra questione che non sembra essere proprio nell’agenda di Matteo Renzi e del suo esecutivo.
Il debito pubblico e la previdenza: ultime news riforma pensioni 2015 del governo Renzi
Le parole di Cesare Damiano, comunque, permettono di svolgere un’importante riflessione. Il Presidente della Commissione Lavoro ha sottolineato come le resistenze maggiori agli interventi sugli esodati e sull’Opzione Donna provengano dal MEF.
Il calcolo è presto fatto: secondo i dati dell’Inps, dal Fondo esodati sarebbero avanzati circa 3,3 miliardi di euro, mentre dall’Opzione Donna sarebbe avanzato un altro miliardo di euro, anch’esso scomparso. Insomma, sembra essere chiaro, e a sostenerlo è lo stesso Cesare Damiano, che questi miliardi di euro sono stati ‘ingoiati’ dal debito pubblico.
La cosiddetta spending review sembra colpire i ‘soliti noti’ e i lavoratori e i pensionandi sarebbero coloro che ne soffrirebbero maggiormente le conseguenze. La richiesta, dunque, è chiara: la salvaguardia e la proroga dell’Opzione Donna vanno approvate in tempi brevi perché sono a ‘somma zero’, mentre sulla riforma pensioni 2015-2016 che prevede flessibilità in uscita occorre fare un calcolo molto preciso sul rapporto costi-benefici. Cesare Damiano insiste, allora, sulla sua proposta con penalizzazione massima all’8%: anch’essa non rappresenterebbe un aggravio per le casse dello Stato, in quanto il risparmio connesso alle penalità va moltiplicato per l’aspettativa di vita media di un pensionato.
Insomma, sembra chiaro come il governo Renzi non abbia più scuse e le giornate prossime sembrano essere decisive sulla questione della riforma delle pensioni; per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra il titolo dell’articolo.