Ore frenetiche ricche di incontri e riunioni a ritmi intensi tra Palazzo Chigi, il ministero dell'Economia e il ministero del Lavoro per far tornare i conti sulla manovra finanziaria che il Governo Renzi presenterà entro il 15 ottobre in consiglio dei ministri. A tenere banco nelle ultime ore è in particolar modo la riforma delle Pensioni dopo mesi di promesse da parte del premier. Si sa che non tutto è possibile, che sono tanti gli interventi costosi già costosi previsti nella bozza della legge di Stabilità 2016 e che a qualcosa si dovrà pur rinunciare anche in considerazione di una spending review "dimezzata" che ha riportato in bilancio meno del previsto.

Legge di Stabilità 2016, coperta corta per la riforma delle pensioni

Quindi la coperta è sempre più corta della finanziaria da ventisettemiliardi di euro, ma non è ancora stato deciso, secondo quanto riferisce l'Ansa, che gli interventi da depennare siano quelli sulla flessibilità per l'accesso in anticipo al trattamento previdenziale. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il responsabile del Mef Pier Carlo Padoan stanno ancora elaborando e valutando diverse proposte per nuove forme di pensione anticipata cercando quella che sia la meno costosa per le finanze pubbliche e nello stesso tempo conveniente per i lavoratori, perché se le penalità introdotte sugli assegni pensionistici saranno troppo alte il rischio, evidentemente, è quello che sia una opzione di prepensionamento poco conveniente e quindi non sarà scelta dai lavoratori, col rischio di intervenire ma sostanzialmente di lasciare la situazione così com'è senza avere le risposte attese né sul fronte previdenziale né sul fronte dei possibili nuovi posti di lavoro per i giovani.

Flessibilità, Poletti e Padoan studiano l'ipotesi prestito pensionistico

Dopo aver messo da parte, a quanto pare, la pensione anticipata a 63 anni col 4% di penalizzazione mensile sugli assegni, al Mef e al ministero del Lavoro si starebbe pensando di riproporre la formula del prestito previdenziale a carico delle imprese. Un'opzione per la conclusione anticipata della carriera lavorativa già proposta dall'ex ministro del Lavoro del Governo Letta, Enrico Giovannini.

In questo caso viene abbassato il costo per le imprese che si vedrebbero comunque poi restituire dai lavorati, mediante l'Inps, la parte del trattamento pensionistico erogata in anticipo. Un prestito, appunto. In campo resta in ogni caso, secondo quanto riporta l'Ansa, rimane l'ipotesi di prepensionamento con penalità ancora da quantificare.

Pensione anticipata, sul piede di guerra sindacati e minoranza del Pd

Ma ancora è tutto da vedere, l'esecutivo ha tempo fino al 15 ottobre per definire la legge di Stabilità 2016. Sul fronte previdenziale, dopo mesi di promesse, adesso, l'unica certezza sembra quella della settima salvaguardia degli esodati mentre sembra ci siano ancora alcuni aspetti da chiarire, sempre legati alle risorse, sulla proroga e la possibile estensione dell'opzione donna. Intanto, sul "piede di guerra", insieme ai sindacati che da ieri e sino al 15 ottobre sono impegnati nella mobilitazione unitaria davanti alle prefetture per sollecitare la riforma pensioni, anche la minoranza del Partito democratico che chiede non di abrogare ma di modificare la legge Fornero.

"Pensiamo che la legge di Stabilità - ha ribadito ieri sera in una nota il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano - debba affrontare i temi della flessibilità in uscita, dell'opzione donna e della salvaguardia degli esodati".