I mali di pancia nella maggioranza del governo Renzi e, soprattutto, nel Partito Democratico cominciano a farsi sentire: non solo le misure di riforma delle pensioni per il 2016, ma in generale, l'intera legge di stabilità viene criticata da più parti e il premier è arrivato al punto di dover decidere come agire in vista dell'approvazione. Gli attacchi più duri arrivano proprio dai compagni di partito, da parte di coloro che rappresentano la cosiddetta 'minoranza dem' e che, più di una volta, hanno mostrato il proprio dissenso sulla linea politica ed economica che Renzi ha impresso al proprio governo e, di fatto, al proprio partito: certo la minoranza del PD non ha mai inciso realmente e il decisionismo di Renzi ha spesso vinto senza lottare troppo, basti pensare come si sono serrati i ranghi, alla fine, sulla riforma della scuola e come i mal di pancia non abbiano influito sugli altri provvedimenti fondamentali, come ad esempio il Jobs Act.
La percezione, comunque, è che si tratti di una legge di stabilità da un lato deludente, soprattutto sulla materia della riforma delle Pensioni, e dall'altro marcatamente di destra, in quanto favorirebbe i ricchi e le aziende. Se il premier Matteo Renzi fa la voce grossa con l'Europa (ma soltanto sulla Tasi, perché non sulla previdenza?), la minoranza dem non ci sta e annuncia che potrebbe non votare l'approvazione della legge di stabilità, qualora non vengano immessi dei correttivi dell'ultimo minuto.
L'approvazione della legge di stabilità e le ultime news sulla riforma pensioni 2016 del governo Renzi
Cesare Damiano si è detto, in definitiva, abbastanza contento dei provvedimenti di riforma delle pensioni per il 2016, ma conta che il governo Renzi faccia un vero passo in avanti introducendo un sistema reale di flessibilità in uscita.
Molto più duro, invece, il commento di Alfredo D'Attorre, uno dei più decisi rappresentanti della minoranza dem, il quale ha sottolineato senza se e senza ma che si tratta di una manovra di destra e che difficilmente si può trovare un accordo se alcuni provvedimenti non vengono 'aggiustati'. D'Attorre sostiene che la legge di stabilità contiene soltanto misure che favoriscono i ricchi e tagliano la spesa sociale: in primo luogo, infatti, l'abolizione della Tasi per tutti favorisce soprattutto i ricchi, i quali, pur avendo più case, le intestano a più persone, risultando tutte prime case e non pagando nulla – dunque si favoriscono soprattutto i più ricchi e i più furbi, mentre bastava immaginare un provvedimento di abolizione della tassa sulla prima casa soltanto per i meno abbienti; in secondo luogo, la legge di stabilità contiene tagli alla sanità, che rischiano di rendere più costoso il servizio sanitario nazionale e, ad essere penalizzanti, sarebbero, ovviamente, i cittadini meno abbienti che perderebbero la possibilità di portare avanti cure e prevenzione; infine, la riforma delle pensioni 2016 rappresenta un fallimento: la vertenza esodati non viene chiusa (le posizioni messe in campo sono inferiori rispetto a coloro che ne dovrebbero usufruire), l'opzione donna è stata prorogata soltanto di un anno e il part-time, non solo non rappresenta una misura di flessibilità in uscita, ma è comunque soggetta alle decisioni delle singole aziende.
Insomma, la minoranza dem minaccia di fare battaglia in Parlamento e di non votare per l'approvazione della legge di stabilità; la storia, comunque, rischia di essere già scritta: qualora le 'minacce' fossero reali, Matteo Renzi metterebbe la 'fiducia' e tutti tornerebbero nei ranghi. È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni Renzi per il 2016; per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.